Venezia non è soltanto una tra le città italiane più visitate dai turisti, ma anche quella con la maggiore pressione fiscale. La tassazione per abitante è arrivata a toccare i 2.437 euro all’anno. È soltanto uno dei dati, il più eclatante, di un report curato da Paola Caporossi di Rep, il Centro di ricerca sugli enti pubblici di Fondazione etica. Dietro alla città lagunare ci sono gli altri comuni capoluogo di provincia, a cominciare da Milano, con oltre 2.100 euro e le città toscane di Firenze (2.027 euro) e Siena (1.813). Nel posto in coda nella classifica tra le città italiane in cui c’è la tassazione più alta Roma, la capitale, con 1.600 euro all’anno per abitante.
Il caso della provincia di Bat
Emblematico all’opposto è invece il caso della provincia di Barletta Andria Trani, in Puglia. La città della Disfida è quella con la minore tassazione pro capite a livello nazionale, con 651 euro, a fronte di un reddito imponibile di 10mila euro per abitante. Andria, invece, è il capoluogo più povero d’Italia, con meno di 10mila euro pro capite di reddito e una pressione fiscale di 718 euro per abitante. Praticamente un terzo di quella di Milano.
Gli altri dati sul territorio
La correlazione presente tra pressione fiscale e alto livello di reddito pro capite è quella che salta all’occhio leggendo in superficie i dati, ma che non trova conferma prendendo in considerazione alcuni capoluoghi. Emblematico è il caso di comuni come Belluno e Treviso con meno di 800 euro pro capite, i quali però si collocano agli ultimi posti per pressione fiscale nel report. Questo a causa dell’alto reddito imponibile, con Treviso al quinto posto con 22mila euro e Belluno con 21mila euro. All’opposto tra i comuni con la maggiore pressione fiscale si incontra anche un ente del Sud, Salerno, con 1.450 euro pro capite, nonostante il reddito imponibile dei salernitani non arrivi ai 16mila euro pro capite.
La capacità amministrativa
L’indagine curata da Paola Caporossi incrocia tutta una serie di indicatori, dall’autonomia finanziaria alla pressione fiscale, dalla capacità di riscossione alla spesa per il personale, dalla tempestività dei pagamenti allo smaltimento dei debiti commerciali elaborando una sorta di rating dei capoluoghi di provincia, misurato con un Indice di capacità amministrativa, che quest’anno ha premiato Venezia, seguita da Bologna e Mantova. Bocciati invece i capoluoghi di provincia siciliani e in genere quelli del Sud con Trapani, Messina, Agrigento, Catania, Cosenza, Caserta, Siracusa e Caltanissetta agli ultimi posti della classifica.