Con 150 voti favorevoli e 109 contrari la Camera dei deputati ha approvato, convertendolo in legge in via definitiva, il decreto del Governo che contiene “disposizioni per la disciplina del cosiddetto Superbonus”.
Il provvedimento che ridisegna una delle misure più discusse assunte dall’esecutivo allora presieduto da Giuseppe Conte durante i duri mesi del lockdown per contenere la crisi economica causata dalla pandemia da Covid nella primavera di quattro anni fa, aveva già ottenuto il placet del Senato appena una settimana fa, il 16 maggio. Le modifiche che hanno visto dividersi sia la maggioranza che le opposizioni sono state fortemente volute dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nonostante alcune forze politiche del centrodestra, come Forza Italia, abbiano espresso dubbi come ha affermato durante le dichiarazioni di voto dal deputato Fabrizio Sala: «Su questo decreto non nascondo di non essere felice di approvarlo. Dobbiamo mettere in ordine i conti dello Stato – ha sottolineato – ma bisogna anche mantenere fede ai patti coi cittadini. Ci auguriamo di poter migliorare alcune norme in esso contenute».
Nel dettaglio il decreto conferma la stretta prevista nel decreto approvato in Consiglio dei ministri. Resta la possibilità di avvalersi dello sconto e della cessione del credito solo se alla data di entrata in vigore del decreto risulti depositata la Cila, la cosiddetta Comunicazione di inizio lavori asseverata. Viene anche stabilito un fondo di 400 milioni di euro per le zone terremotate dell’Abruzzo colpite dal sisma del 2009 e per quelle del Centro Italia danneggiate dal sisma del 2016 di continuare a usufruire dello sconto in fattura e della cessione del credito. Cassata la possibilità di ricorrere al cosiddetto Superbonus rafforzato, un meccanismo che consente di portare l’agevolazione al 150 per cento rinunciando al contributo previsto per le ricostruzioni in quelle zone terremotate. Un’altra riserva, questa volta di 100 milioni, è prevista per l’erogazione di contributi alle Onlus, al Terzo settore e alle associazioni di volontariato per gli interventi di riqualificazione sui loro immobili. Confermata anche la misura del decreto che sospende l’utilizzabilità dei crediti di imposta riferiti a bonus edilizi se il contribuente ha iscrizioni a ruolo per imposte non versate di importi superiori a dieci mila euro.
Semaforo verde per il meccanismo che spalma le detrazioni in dieci anni per le spese sui lavori del Superbonus effettuate in tutto il 2024 prima dell’entrata in vigore della legge. Novità anche per banche e intermediari finanziari con un giro di vite sulle compensazioni dei crediti legati al Superbonus, per contenere il rischio usura. Da gennaio 2025 non sarà più possibile compensarli con i contributi previdenziali e quelli Inail. La nuova legge prevede anche che le banche e gli intermediari potranno continuare a utilizzare i crediti in quattro anni, ma se tali crediti al momento dell’acquisto sono stati scontati in misura superiore al 75 per cento, la rateizzazione diventa di sei anni. In ultimo, una norma che consente alle amministrazioni pubbliche che segnaleranno irregolarità nel settore di ottenere il 50 per cento delle maggiori somme di tributi statali riscosse grazie al loro intervento.
Adesso non c’è che da attendere la firma del Presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, poi le modifiche diventeranno legge in vigore.