Parigi e Berlino fanno fronte comune contro le provocazioni di Donald Trump, che a breve sarà presidente nei suoi pieni poteri. L’Ue invece preferisce sminuire e tenere i toni i bassi per non iniziare col piede sbagliato il nuovo corso delle relazioni transatlantiche.
Le posizioni
La Groenlandia «è un territorio dell’Unione europea. Evidentemente è fuori questione che l’Ue lasci che un altro Paese del mondo, qualunque esso sia, attacchi i suoi confini sovrani», ha tuonato il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, rispondendo alla domanda sulle minacce di Trump di prendersi la Groenlandia anche militarmente.
Barrot non pensa che gli Usa invaderanno il territorio autonomo della Danimarca ma ritiene che «occorra prima di tutto svegliarsi, rafforzarsi in un mondo vinto dalla legge del più forte, in ambito militare e della competitività».
La portavoce del governo francese ha definito tali minacce come «una forma di imperialismo», per questo «oggi più che mai dobbiamo, insieme ai nostri partner europei, essere consapevoli e uscire da una forma di ingenuità, proteggerci, riarmarci».
Sul tema è intervenuto anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha riferito dello stupore da parte dei leader europei con cui ha parlato, da cui «è emersa chiaramente una certa mancanza di comprensione riguardo alle attuali dichiarazioni degli Stati Uniti». «Come sempre, si applica il fermo principio che i confini non devono essere spostati con la forza», ha precisato poi il portavoce del governo tedesco.
L’Unione Europea
Più timida invece la reazione dell’Ue: i portavoce della Commissione hanno schivato tutte le domande sul tema, per arrivare ad affermare solo che «la sovranità degli Stati deve essere rispettata e che questo vale anche per il Regno di Danimarca» e a sottolineare che «l’Ue non vede l’ora di lavorare per un’agenda transatlantica più forte con la prossima amministrazione statunitense verso obiettivi comuni e questioni di interessi strategici chiave».
Certo poi ci sarebbe anche il principio di difesa collettiva garantito dall’articolo 42.7 del Trattato Ue secondo cui «se un paese dell’Ue è vittima di un’aggressione armata sul suo territorio, gli altri paesi dell’Ue hanno l’obbligo di aiutarlo e assisterlo con tutti i mezzi in loro potere».
La Groenlandia, pur essendo parte del Regno di Danimarca, non fa parte dell’Ue, in quanto ne uscì nel 1985 in seguito a un referendum. Tuttavia, la clausola di difesa reciproca si applica anche alla Danimarca, spiega la portavoce capo della Commissione affrettandosi a dire che si tratta di un’osservazione puramente teorica.
“Oh Canada!”
Da Washington Trump lancia un’altra provocazione pubblicando sul suo social Truth una mappa in cui il Canada viene indicato come parte degli Stati Uniti, un unico territorio ricoperto dalla bandiera a stelle e strisce, accompagnata dalle parole: “Oh Canada!”.
A Bruxelles e nelle capitali europee crescono anche i timori sulla macchina da propaganda messa in piedi dal patron di X, Elon Musk, e dalla decisione del fondatore di Meta, Mark Zuckerberg, di rinunciare al fact-checking.
