La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso e confermato la condanna a 21 anni e mezzo per monsignor Paolo Piccoli, 54 anni, sacerdote di origini venete, ancora incardinato nella Curia dell’Aquila ma a riposo, per l’omicidio di monsignor Giuseppe Rocco, 92 anni, trovato strangolato nella propria camera nel seminario “La Casa del Clero” di Trieste, il 25 aprile 2014.
Nei primi due gradi di giudizio a Trieste il sacerdote è stato condannato a 21 anni e mezzo. Poi La Cassazione, ha accolto le istanze della difesa, disponendo per l’imputato, lo svolgimento di un nuovo processo alla Corte d’Appello di Venezia che a marzo scorso, si è pronunciata confermando la condanna a 21 anni e mezzo di reclusione per il sacerdote. Di qui ancora il ricorso agli ermellini che hanno confermato la sentenza di condanna, ora irrevocabile.
La perizia autoptica eseguita sul cadavere dell’anziano prelato ha rilevato la rottura dell’osso ioide, quindi morte riconducibile a un’azione violenta. A fare il ritrovamento fu l’assistente di don Rocco, Eleonora Laura Di Bitonto che tentò di rianimare l’anziano, come registrato anche dalla telefonata fatta al 118.
Sempre la perpetua, sia prima che durante le fasi del processo, fu l’unica grande accusatrice di don Piccoli. Il sacerdote per molti anni ha vissuto nel popoloso Comune di Pizzoli e Rocca di Cambio, (L’Aquila) e tra i maggiori esperti in Italia di liturgia ma anche di oggetti sacri e sarebbe stato accusato anche dal sacerdote morto di essere l’autore di furti di oggetti di valore all’interno dell’istituto religioso.
