«Esistono atteggiamenti da ultrà da stadio contro i ciclisti. E poi, una volta in strada, ci mandano a quel paese anche se siamo disciplinatissimi». Ad affermarlo è il direttore artistico di Radio Deejay Linus, grande appassionato e praticante di ciclismo, commentando i dati relativi alle morti in bici sulle strade italiane: 130 dall’inizio dell’anno.
Le ultime tre vittime solo ieri, in Puglia. Sandro Abruzzese, Vincenzo Mantovani e Antonio Porro, tutti e tre di Andria, sono stati travolti da un’auto guidata da un 32enne di Corato mentre percorrevano la strada provinciale 231. L’incidente è avvenuto all’altezza di Terlizzi.
In un’intervista a Repubblica, Linus afferma di sentirsi percepito “come un nemico” dagli automobilisti. «Vado in bici da corsa regolarmente da una quindicina d’anni», racconta, e dice che nel tempo c’è stato un «peggioramento». «Nelle zone più battute e trafficate, la bicicletta è ormai un rischio mortale. Anche l’educazione latita. A volte ci insultano persino i bambini, che abbassano il finestrino e ci gridano di stare a destra, istigati, penso, da padri e madri che in quel momento magari stanno smanettando sullo smartphone».
Per Linus, tuttavia, il problema non sta nella «lotta tra chi va in bici e chi va in auto» ma nel mancato rispetto delle regole da parte di chi guida.