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Storica tregua a Gaza: rilascio ostaggi, 2mila prigionieri liberati e summit della pace a Sharm

Una giornata storica segna una nuova fase nel Medio Oriente. Oltre venti leader internazionali si sono riuniti oggi a Sharm el-Sheikh per il summit sulla pace, celebrando un accordo che ha posto fine a due anni di conflitto iniziati il 7 ottobre. Al centro della scena, il presidente americano Donald Trump, che ha aperto l’incontro con un discorso in cui ha sottolineato l’importanza della collaborazione internazionale e il successo dei negoziati, definiti «straordinari e senza attriti».

La tregua a Gaza prevede il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani – 20 persone tornate finalmente tra le loro famiglie – e la liberazione di circa 2mila prigionieri palestinesi, accolti con gioia dalle proprie comunità. Una riconciliazione accompagnata da momenti di forte emozione: abbracci tra genitori e figli, scene che hanno commosso il Parlamento israeliano e l’opinione pubblica internazionale.

Durante il vertice, Trump ha evidenziato il ruolo chiave dell’Egitto, definito «partecipante fenomenale», e ha ribadito l’impegno degli inviati speciali per la fase due dell’accordo, dedicata alla ricostruzione di Gaza e all’implementazione della forza internazionale di stabilizzazione.

Il summit ha visto la partecipazione di leader come la premier italiana Giorgia Meloni, unica donna presente, posizionata defilata nella tradizionale foto di famiglia, e il presidente francese Emmanuel Macron. Assente, per impedimenti religiosi, il premier israeliano Netanyahu, nonostante i ringraziamenti rivolti a Trump per il suo ruolo nella mediazione.

Il segretario di Stato Usa Marco Rubio ha definito l’evento «il giorno più importante per la pace in Medio Oriente negli ultimi 50 anni», mentre Netanyahu ha riconosciuto la leadership americana e l’impatto storico dell’accordo, paragonandolo agli Accordi di Abramo. La bandiera americana e quella israeliana sventolano oggi sui grattacieli di Tel Aviv, simbolo del ritorno alla normalità e della speranza per una regione segnata da decenni di conflitti.

Il summit di Sharm non è solo la celebrazione di un accordo, ma l’inizio di un percorso che mira a stabilizzare la regione, favorire la ricostruzione e prevenire ulteriori escalation. Una giornata che, come sottolineato dagli stessi leader, resterà nella storia del Medio Oriente come simbolo di diplomazia e cooperazione internazionale.

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