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Stellantis, 97 licenziamenti Trasnova e altri 90 a Melfi. Uilt: «Inaccettabile, blocco delle procedure»

Lettera di licenziamento per quasi 200 lavoratori di diverse aziende che lavorano su commessa, nel settore Automotive, per Stellantis. Esuberi per le esigenze produttive dell'azienda a causa della sua volontà di «cessare tutti i contratti in essere dal 31 dicembre». Disagi nelle sedi di Mirafiori (Torino), Piedimonte San Germano (Frosinone), Melfi (Potenza) e Pomigliano d'Arco…

Lettera di licenziamento per quasi 200 lavoratori di diverse aziende che lavorano su commessa, nel settore Automotive, per Stellantis. Esuberi per le esigenze produttive dell’azienda a causa della sua volontà di «cessare tutti i contratti in essere dal 31 dicembre».

Disagi nelle sedi di Mirafiori (Torino), Piedimonte San Germano (Frosinone), Melfi (Potenza) e Pomigliano d’Arco (Napoli) dove davanti ai cancelli dello stabilimento nel Napoletano è in corso da giorni un presidio. Gli operai stanno bloccando gli ingressi merci della fabbrica, provocando, di fatto, il fermo delle produzioni.

Sono 97 i lavoratori licenziati nelle diverse sedi della Trasnova, società di movimentazione: 54 impegnati nel solo stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco, 28 a Piedimente San Germano, 14 a Mirafiori e una unità a Melfi. A Trasnova, che ha sede in provincia di Frosinone, Stellantis ha affidato negli ultimi anni l’appalto dell’attività di logistica degli stabilimenti.  

Sempre a Melfi licenziati altri 90 lavoratori della logistica Stellantis, una situazione inaccettabile per il sindacato Uilt che chiede il blocco delle procedure. Dopo la comunicazione di Teknoservice e Logitech, indotti di Stellantis, il segretario lucano della Ulit, Antonio Cefola, ha sottolineato che «dei 90 esuberi, 50 sono impegnati con Logitech e 40 sono impegnati con Teknoservice srl e da giorni, anche qui, i lavoratori stanno manifestando davanti alla fabbrica».

«Stellantis – conclude Antonio Cefola – deve assumersi le sue responsabilità davanti al Paese e porre rimedio con un piano industriale che garantisca l’indotto e l’occupazione. Nella riunione del 10 dicembre il ministro Urso deve rendere noto quali siano le soluzioni per evitare una catastrofe occupazionale. Nel frattempo i lavoratori continueranno ad attuare le manifestazioni già in essere e a seguito della riunione del 10 dicembre decideranno come proseguire».

In aggiornamento

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