Parte da Lecce, dove sta partecipando a un evento per gli 80 anni della Cgil salentina, l’appello del segretario generale del sindacato, Maurizio Landini, alla premier Giorgia Meloni affinché «convochi il gruppo dirigente di Stellantis e i sindacati per discutere su quali politiche industriali e quali investimenti si fanno nel nostro Paese, visto che succede ciò che non succedeva dagli anni ’50, ovvero quest’anno si produrranno negli stabilimenti italiani poco più di 300mila auto contro una capacità produttiva di quasi un milione e mezzo».
Sono numeri, prosegue Landini, «che dicono che è necessario avere chiaro che investimenti si fanno e che modelli si realizzano».
La crisi dell’automotive «non riguarda solo l’Italia, ma riguarda tutta l’Europa, il mondo, perché si sta riorganizzando il settore della mobilità», aggiunge il leader della Cgil. «Noi con la Fiom lo stiamo dicendo da diversi anni: stiamo pagando una serie di ritardi di investimenti e di scelte che il gruppo ha fatto, non solo da quando si chiama Stellantis ma quando si chiamava FCA, quando si chiamava Fiat».
Per Landini «si stanno pagando ritardi ed errori che sono stati fatti nell’insieme. Oggi non si può vedere semplicemente di chi è la colpa, c’è bisogno che il Governo faccia la sua parte. Sicuramente non siamo disponibili ad accettare un ridimensionamento sia occupazionale che produttivo del nostro Paese».
Ipotesi buonuscita da 100 milioni per Tavares, Landini: «Uno schiaffo ai lavoratori»
Intanto si parla di una buonuscita di 100 milioni di euro per Carlos Tavares, l’amministratore delegato di Stellantis che ieri ha chiuso il rapporto con il gruppo, in anticipo di un anno sui tempi previsti dal contratto che sarebbe scaduto nella primavera del 2026.
A incidere sull’importo – secondo indiscrezioni che l’azienda non conferma – sarebbe proprio l’uscita anticipata.
Secondo alcune valutazioni, il manager avrebbe percepito uno stipendio annuale di circa 40 milioni di euro negli ultimi anni. Per questa cifra è stato definito il manager del settore automobilistico più pagato al mondo.
Per Landini «sarebbe davvero uno schiaffo in faccia ai lavoratori» se l’azienda e il gruppo, anziché investire e tutelare l’occupazione, «spendesse centinaia di milioni di euro per la buona uscita dell’amministratore delegato».