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Stellantis ferma i piani per l’idrogeno e il titolo crolla del 4% sui mercati

Stellantis interromperà il suo programma di sviluppo della tecnologia per celle a combustibile a idrogeno da applicare sulle utilitarie. Il nuovo management ha infatti comunicato che «a causa della limitata disponibilità di infrastrutture per il rifornimento di idrogeno, degli elevati requisiti di capitale e della necessità di maggiori incentivi all’acquisto da parte dei consumatori», non…
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(Foto Alessandro Garofalo - LaPresse)

Stellantis interromperà il suo programma di sviluppo della tecnologia per celle a combustibile a idrogeno da applicare sulle utilitarie. Il nuovo management ha infatti comunicato che «a causa della limitata disponibilità di infrastrutture per il rifornimento di idrogeno, degli elevati requisiti di capitale e della necessità di maggiori incentivi all’acquisto da parte dei consumatori», non prevede l’adozione di veicoli commerciali leggeri alimentati a idrogeno prima della fine del decennio. Perciò, quest’anno non verrà più lanciata la nuova gamma di veicoli Pro One alimentati a idrogeno.

Il contraccolpo

Una notizia che è risuonata come un fulmine a ciel sereno presso lo stabilimento della joint venture Symbio, dove è in gioco il suo futuro. Il nuovissimo impianto alla periferia di Lione prevedeva di produrre 50mila sistemi a idrogeno all’anno entro il 2026, gran parte dei quali per Stellantis, a supporto dell’espansione della sua offerta di veicoli utilitari. In questo contesto, la stessa Stellantis ha avviato dei “dialoghi” con gli azionisti di Symbio “per valutare conseguenze di mercato” e preservare al meglio gli interessi di Symbio, nel “rispetto dei rispettivi obblighi”. In particolare, la produzione dei veicoli Pro One in serie avrebbe dovuto iniziare quest’estate a Hordain, in Francia (per i furgoni di medie dimensioni) e a Gliwice, in Polonia (per i furgoni di grandi dimensioni). L’azienda ha precisato che la decisione “non avrà alcun impatto sul personale” dei siti produttivi perché “le attività di ricerca e sviluppo legate alla tecnologia dell’idrogeno saranno reindirizzate verso altri progetti”.

La tecnologia

I veicoli a idrogeno funzionano utilizzando una forma pura del gas combinata con l’ossigeno in una cella a combustione che genera elettricità, rilasciando solo vapore acqueo. Rispetto ai veicoli elettrici, che stanno iniziando a moltiplicarsi nelle città, i veicoli a idrogeno si ricaricano rapidamente e beneficiano di un’ampia autonomia, criteri particolarmente ricercati dalle aziende. Richiedono inoltre batterie più piccole e quindi meno materie prime. Tuttavia, i modelli a idrogeno sono molto costosi da acquistare, circa centomila euro ciascuno, e le stazioni di ricarica, costose da installare, rimangono rare. Per Jean-Philippe Imparato, Chief Operating Officer di Stellantis per l’Europa allargata , «il mercato dell’idrogeno rimane un segmento di nicchia, senza prospettive di redditività economica a medio termine». L’azienda, ha spiegato, ha la necessità di «fare scelte chiare e responsabili per garantire la competitività e soddisfare le aspettative dei clienti con la nostra offensiva di veicoli elettrici e ibridi per passeggeri e veicoli commerciali leggeri». Tra le case automobilistiche, solo Toyota, Hyundai e BMW continuano a credere nell’idrogeno, con piccoli programmi di sviluppo e una manciata di veicoli in circolazione. Bmw prevede ancora di lanciare un Suv a idrogeno nel 2028, in partnership con Toyota, leader mondiale nella produzione di automobili e grande sostenitore di questa fonte energetica.

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