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Stellantis, dichiarato il fallimento di Gac-Fca: si chiude l’era della joint venture italo-cinese dell’automotive

Il tribunale intermedio di Changsha, nella provincia cinese dello Hunan, ha dichiarato il fallimento della joint venture Gac-Fca (Gac Fiat Chrysler Automobiles), nata dalla collaborazione tra Gac Group e l'allora Fiat Chrysler. Si chiude così un'esperienza industriale iniziata quasi 15 anni fa, che aveva l'obiettivo di conquistare il mercato cinese, ma si è conclusa tra…
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Il tribunale intermedio di Changsha, nella provincia cinese dello Hunan, ha dichiarato il fallimento della joint venture Gac-Fca (Gac Fiat Chrysler Automobiles), nata dalla collaborazione tra Gac Group e l’allora Fiat Chrysler.

Si chiude così un’esperienza industriale iniziata quasi 15 anni fa, che aveva l’obiettivo di conquistare il mercato cinese, ma si è conclusa tra profonde difficoltà commerciali, strategiche e finanziarie.

Il declino dopo il 2017 e i debiti milionari

La joint venture, fondata nel 2011 con una partecipazione paritaria tra il costruttore torinese e il colosso cinese Gac per un investimento complessivo di 17 miliardi di yuan (circa 2,3 miliardi di euro), aveva due impianti produttivi a Guangzhou e Changsha. L’obiettivo era una capacità annua di 300mila veicoli, con modelli a marchio Jeep e Fiat, come Renegade, Compass, Cherokee, Viaggio e Ottimo, adattati al gusto locale.

Dopo aver raggiunto il picco di vendite nel 2017, con oltre 200mila unità commercializzate, la società ha registrato un rapido declino. Gac-Fca non è riuscita a proporre modelli in linea con le nuove richieste di un pubblico sempre più orientato verso tecnologie avanzate e motorizzazioni elettrificate.

Le vendite sono diminuite progressivamente e nel 2022 la società è entrata formalmente in procedura di ristrutturazione fallimentare. Nei tre anni successivi, nessun investitore si è fatto avanti e tutte e cinque le aste pubbliche per la cessione degli asset, inclusi impianti, terreni e attrezzature, sono andate deserte.

Secondo la sentenza del tribunale, Gac-Fca ha debiti per oltre 8,1 miliardi di yuan (circa 1,1 miliardi di dollari), di cui 4 miliardi non contestati, a fronte di un attivo di appena 1,9 miliardi. L’incapacità di ristrutturare o raggiungere un accordo con i creditori ha determinato la dichiarazione di fallimento e la liquidazione. Il piano di distribuzione degli asset è stato approvato e sarà eseguito nelle prossime settimane.

Le difficoltà nel mercato cinese e i rapporti tesi tra i soci

La vicenda evidenzia le difficoltà delle case automobilistiche occidentali nel penetrare il competitivo mercato cinese, sempre più dominato dai player locali specializzati in veicoli elettrici.

L’impianto di Changsha, in particolare, era dedicato principalmente alla produzione di veicoli a combustione interna, sempre meno richiesti nel mercato cinese. Qualsiasi ipotetico acquirente avrebbe dovuto investire ingenti risorse per riconvertirlo alla produzione di veicoli elettrici.

Il deterioramento dei rapporti tra i due soci è stato un altro fattore determinante. Stellantis, nata dalla fusione tra Fca e Psa, aveva tentato di assumere il controllo della joint venture, ma Gac si era opposta. Il Ceo dell’epoca, Carlos Tavares, aveva sottolineato le difficoltà di operare in un contesto regolatorio cinese percepito come ostile ai marchi stranieri. Questa tensione ha segnato l’agonia della joint venture, fino alla decisione di presentare istanza di fallimento nel 2022.

Un progetto di Sergio Marchionne

Gac-Fca era stato uno dei progetti voluti da Sergio Marchionne, nel quadro della strategia di espansione di Fiat Chrysler in Asia.

Il fallimento della joint venture rappresenta la chiusura simbolica di un capitolo importante della sua visione industriale. L’operazione era ambiziosa ma la sua gestione complessiva si è rivelata inadeguata di fronte alla trasformazione del mercato cinese, alla crescente competitività dei marchi locali e alla rivoluzione della mobilità elettrica.

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