Dopo le dimissioni del ceo Carlos Tavares, da FdI al Pd, ad Avs e Azione, è pressing bipartisan per un confronto in parlamento con il presidente di Stellantis John Elkann. «Abbiamo bisogno di confrontarci con la proprietà, è ineludibile l’audizione» sottolinea il presidente della commissione Industria del Senato Luca De Carlo, di FdI.
Uguale richiesta anche da Pd, M5s, Avs e Azione, che unitariamente sollecitano una convocazione ufficiale: «Le decisioni strategiche di Stellantis, come il ridimensionamento degli stabilimenti italiani, hanno ricadute pesantissime sull’occupazione e sulla competitività industriale del nostro Paese».
«Di fronte a questa situazione, Elkann non può sottrarsi». A stretto giro il presidente della convocazione Attività produttive della Camera, Alberto Gusmeroli, fa sapere di aver inviato una lettera di convocazione: «Credo che a questo punto sia assolutamente necessario da un lato, ma credo anche che la richiesta possa essere accettata visto il cambiamento forte che è avvenuto».
E mentre i metalmeccanici da settimane sollecitano la convocazione di sindacati e azienda a Palazzo Chigi da parte della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro Adolfo Urso ha sentito nel pomeriggio il presidente di Stellantis Elkann, e dal Mimit viene confermato l’appuntamento già fissato per il 17 dicembre, con l’obiettivo di un ‘Piano Italia‘ che riaffermi la centralità dell’Italia nei progetti di Stellantis.
Al tavolo il gruppo automobilistico sarà rappresentato da Jean Philippe Imparato, responsabile Europa, che ha avuto dal presidente il mandato di chiudere in modo positivo le interlocuzioni.
Nel frattempo, le forze politiche premono per Elkann in parlamento. «Non ci aveva convinto particolarmente l’audizione di Tavares – ricorda De Carlo a LaPresse – sembrava il tentativo maldestro di addossare le colpe una volta al mercato, una volta alle politiche, ma ora che Stellantis non ha un ceo, crediamo che a maggior ragione ci sia bisogno di sentire la proprietà, per capire quali sono i pieni per l’azienda in Italia in maniera sincera e leale».
Da Pomigliano, dove ha fatto visita al presidio dei lavoratori Trasnova, interviene il leader del M5s Giuseppe Conte: «Occorre che Stellantis ed Elkann vengano a portarci un piano industriale dopo aver licenziato l’amministratore delegato, che evidentemente si è rivelato non adeguato».
Per il leader di Iv Matteo Renzi «È tempo di immaginare una realtà più forte di Stellantis, un campione europeo capace di stare nella top five delle grandi aziende mondiali. Non vedo alternative alla fusione Stellantis-Renault. E non vedo alternative al fatto che alla guida di questa realtà ci vada un manager competente e visionario come Luca De Meo, già collaboratore di Marchionne e ora Ceo di Renault».
Elkann ai dipendenti: «Con Tavares giunto il momento di separare le strade»
«Nelle prossime settimane cercherò di raggiungere il maggior numero di sedi e di incontrare di persona il maggior numero di voi», così John Elkann in un videomessaggio rivolto ai dipendenti Stellantis.
«Come sapete – prosegue – abbiamo annunciato la notizia delle dimissioni di Tavares. Sono stati giorni difficili, con Carlos abbiamo percorso tanta strada e abbiamo ottenuto risultati importanti. Gli sarò sempre grato per il ruolo che ha avuto nella creazione di Stellantis. Tuttavia, il nostro consiglio di amministrazione ha deciso, per il bene dell’azienda, che era giunto il momento di separare le nostre strade», conclude.
Meloni: «Ho parlato con Elkann. Governo neutrale»
«Non entro nel merito delle scelte di una grande multinazionale, credo che sia anche figlia di alcune battaglie sindacali molto forti che sono state fatte in particolare dai sindacati francesi e americani. Invece, quello italiano rispetto a questi urli è stato un po’ afono. Vedremo adesso cosa accadrà», ha detto la premier Giorgia Meloni intervistata a Quarta Repubblica su Rete 4.
La presidente del Consiglio ha rivelato di aver parlato con John Elkann ma ha evidenziato che «la trattativa con il governo è neutrale, vale per Stellantins e vale per tutte le aziende – ha affermato – vogliamo fare del nostro meglio per difendere i livelli occupazionali e, nel caso dell’automotive, l’indotto che è fondamentale. Abbiamo un altro tavolo convocato a metà dicembre, speriamo sia risolutivo».