Nessuna audizione del presidente Stellantis in Parlamento, almeno fino alla chiusura del tavolo convocato al Mimit per il 17 dicembre. Di fronte al pressing bipartisan per una convocazione di John Elkann dopo la bufera scatenata dalle dimissioni di Carlo Tavares, il presidente della Commissione Attività produttive della Camera Alberto Gusmeroli sgombra il campo dagli equivoci e fa sapere che in questo momento non sussistono le condizioni. Gusmeroli ha annunciato di aver avuto nella giornata di ieri un colloquio telefonico con Elkann nel corso del quale, ha spiegato, «ho nuovamente rimarcato l’importanza dello sviluppo dei siti produttivi e della salvaguardia dei livelli occupazionali in Italia, e ho rinnovato la richiesta di audizione».
La risposta di Elkann
Elkann dal canto suo ha ringraziato per l’attenzione, ma ha tuttavia sottolineato «di voler attendere la chiusura del tavolo di interlocuzione con il ministero delle Imprese e del Made in Italy. Sarà possibile individuare un momento successivo di confronto istituzionale, come anche richiesto dalle mozioni presentate in Parlamento». Il tavolo del 17 dicembre al Mimit si trasforma quindi in un incontro decisivo per il dopo Tavares. E il ministro Urso appare ottimista su una possibile svolta.
«Sono emerse condizioni che mi rendono fiducioso sul fatto che già al tavolo del 17 dicembre il Piano Italia ponga il nostro Paese al centro dello sviluppo di Stellantis», ha spiegato il ministro a margine di un convegno dell’Associazione italiana nucleare. Ma nel governo continuano le critiche sull’operato di Tavares e di Stellantis. Un nuovo attacco arriva dal vicepremier Salvini: «Stellantis rappresenta il modo peggiore di fare impresa, che prende denaro pubblico quando serve per chiudere e licenziare in Italia e andare all’estero con buoneuscite da 100 milioni. Penso che chi ha gestito Stellantis dovrebbe restituire il denaro pubblico che ha preso non chiederne altro».
La buonuscita
Sull’entità della buonuscita l’azienda ha parlato di ricostruzioni fantasiose. «Le cifre riportate dai media sui termini finanziari delle dimissioni di Carlos Tavares, sono molto imprecise e lontanissime dalla realtà», ha fatto sapere un portavoce di Stellantis. Anche l’altro vicepremier Tajani ha usato toni critici nei confronti dell’azienda. «Dobbiamo assolutamente fare in modo che Stellantis continui a investire in Italia. Credo che dopo tutto il sostegno che ha ricevuto dallo Stato questa azienda abbia il dovere morale di continuare a operare nel nostro Paese».
Per Tajani serve comunque «una politica industriale a livello europeo. Stellantis con le difficoltà che ha deve essere rilanciata e dobbiamo evitare che ci siano perdite di posti di lavoro all’interno» ha aggiunto. In questo clima il titolo Stellantis ha ieri tentato un mini-rimbalzo. Dopo le pesanti perdite di lunedì le azioni del gruppo hanno chiuso la giornata con un guadagno dell’1,60% a 11,93 euro.