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Spalletti è cittadino onorario di Napoli

Luciano Spalletti, commissario tecnico della Nazionale italiana, adesso è cittadino onorario di Napoli. In una settimana intrisa di riconoscimenti, il mister 64enne originario di Certaldo, dopo essere stato premiato come miglior tecnico della passata stagione lunedì sera a Milano in occasione del “Gran Galà del Calcio” e come allenatore dell’anno nella cerimonia di mercoledì dei…

Luciano Spalletti, commissario tecnico della Nazionale italiana, adesso è cittadino onorario di Napoli. In una settimana intrisa di riconoscimenti, il mister 64enne originario di Certaldo, dopo essere stato premiato come miglior tecnico della passata stagione lunedì sera a Milano in occasione del “Gran Galà del Calcio” e come allenatore dell’anno nella cerimonia di mercoledì dei “Gazzetta Sports Awards”, giovedì mattina, nella “Sala dei Baroni” del Maschio Angioino di Napoli, ha ricevuto la cittadinanza onoraria del capoluogo partenopeo.

«Un riconoscimento prestigioso per aver conquistato alla guida del Napoli il terzo Scudetto della storia del club, ma anche e soprattutto per il contributo dato al rafforzamento dell’immagine, del prestigio e dell’identità partenopea»: così si legge nelle motivazioni che hanno portato alla decisione assunta dalla Giunta comunale di Napoli, su proposta del sindaco Gaetano Manfredi, che ha consegnato a Spalletti la pergamena e la medaglia della città.

«La cittadinanza ha un significato enorme e mi riempie di soddisfazione, gioia e felicità. Da questo momento sono un “Official scugnizzo”. Che responsabilità che mi date! Ringrazio il sindaco e i consiglieri, Giuntoli, De Laurentiis, anche per essere qui oggi, ringrazio la società e i giocatori, artefici della bellezza in giro per il mondo», ha dichiarato Spalletti, che poi ha aggiunto: «Sono emozionatissimo, avevo una squadra fortissima. Questa onorificenza dimostra il legame umano con la gente di Napoli. Quando sono diventato allenatore del Napoli ho chiesto uno stadio che ci sostenesse sempre. Dopo una media di 20-25 mila spettatori la media è cresciuta, lo stadio è sempre stato pieno. Napoli è casa mia. Io non merito tutto questo, nessun comune mortale può meritarlo, quindi grazie».

Per Spalletti adesso è tempo di una nuova avventura, quella alla guida della Nazionale italiana, con cui, in poche partite, ha centrato l’obiettivo della qualificazione agli Europei del prossimo anno in Germania. «Noi siamo i detentori, per cui non è che possiamo andare a giocare l’Europeo ridimensionando quella che è la storia dei nostri mitici calciatori che ci hanno messo a disposizione. Per cui si va lì con l’idea di fare questo», ha aggiunto il tecnico di Certaldo.

«Oggi è una bella giornata per la nostra città – ha commentato il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi – Vincere uno scudetto a Napoli è qualcosa di più che vincerlo altrove, c’è un amore viscerale tra questa città e la squadra». Un legame strettissimo quello che si è subito creato fra Spalletti e il club: «Per lasciare un segno a Napoli ci vogliono uomini speciali che capiscano la nostra cultura, capaci di donarsi all’anima di questa città – ha sottolineato ancora il primo cittadino del capoluogo partenopeo – Spalletti è stato così: si è dedicato, ha amato, è stato amato, ha vinto. Quando si vince a Napoli è una vittoria speciale. La scelta della cittadinanza onoraria a Spalletti è una scelta vera, non di forma, ma di sostanza. A tutti noi fa piacere che resti cittadino della città, che continui a esserlo adesso come allenatore della Nazionale, che porti in alto il nome di Napoli come ha già fatto con questa straordinaria vittoria e che sia testimone di una cosa: essere napoletani, in Italia e nel mondo, è una cosa speciale. E Spalletti è un cittadino speciale».

E parole speciali per l’allenatore campione d’Italia in carica sono arrivate anche dal suo ex presidente, Aurelio De Laurentiis: «È stato un motivatore esemplare, un comandante. In diciannove anni ho imparato che l’attenzionalità di un giocatore è molto corta se non usi metodi che Spalletti ha inventato come maglie d’allenamento, le scritte dei cartelloni al centro sportivo, i continui discorsi nello spogliatoio. Spalletti è stato esemplare anche nelle interviste, volevo che i miei attori prendessero spunto da lui e dai suoi insegnamenti».

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