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Siria, tutti in fuga dagli scontri: ribelli vicino Damasco. Tajani: «Nessun timore per gli italiani»

La situazione della sicurezza in Siria è sempre più violenta e imprevedibile. Continuano gli scontri attivi tra gruppi armati in tutto il Paese ed è difficile abbandonarlo. È di poche ore fa l’annuncio dei ribelli jihadisti siriani che dicono di aver preso il controllo della città di Al-Sanamayn nelle campagne di Daraa: a circa 20 chilometri a sud della capitale Damasco che avranno probabilmente quasi raggiunto.

«Al momento non ci sono preoccupazioni», per i cittadini italiani in Siria ha annunciato il ministro della Difesa Antonio Tajani. Sono circa 300 le persone che risiedono nel Paese. «Alcuni sono riusciti a lasciare il Paese. Comunque tutti sono in contatto con la nostra Ambasciata a Damasco. La situazione dei nostri concittadini è sotto controllo».

Proseguono i combattimenti in diverse aree del Paese e l’avanzata di gruppi di miliziani in aree già sotto il controllo delle forze governative rende più complicata la possibilità di movimento per i cittadini stranieri, compresi gli italiani, che vogliono lasciare la Siria. Per questi motivi questa mattina si è svolta una riunione con il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Anche gli Usa chiedono agli americani di lasciare il Paese. Il Dipartimento di Stato «esorta i cittadini statunitensi a lasciare la Siria ora, mentre a Damasco restano disponibili opzioni commerciali. I cittadini statunitensi che scelgono di non lasciare la Siria o non sono in grado di farlo dovrebbero preparare piani di emergenza per situazioni di emergenza ed essere pronti a rifugiarsi sul posto per lunghi periodi. L’aeroporto internazionale di Aleppo è chiuso». Così è scritto sul sito dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Siria.

Dopo il controllo dei ribelli a Quneitra, città vicino al confine con Israele, le forze fedeli ad Assad hanno lasciato le loro posizioni nei governatorati della stessa, di Suwayda e Daraa nel sud della Siria. Invece i russi hanno abbandonato i punti che avevano creato nell’area vicino Golan al confine, occupato da Israele.

Successivamente l’esercito siriano ha affermato di aver effettuato un dispiegamento e un riposizionamento a Suwayda e Daraa dopo che i suoi posti di blocco sono stati attaccati dai “terroristi”. L’esercito ha detto che sta creando una “forte e coerente cintura difensiva e di sicurezza nell’area” per difendere Damasco da sud.

Intanto l’Iran ha iniziato a evacuare funzionari e personale militare dalla Siria, secondo il New York Times e quanto riferito da funzionari regionali e da tre ufficiali iraniani. I militari si sono ritirati dalla Siria, e non sono riusciti a dare il proprio contributo per mantenere al potere il presidente Bashar al-Assad, in attesa della nuova offensiva dei ribelli a meno di 10 km da Damasco. Qui dovrebbe essere Bashar Assad, sta continuando a lavorare nella capitale. Sono state smentite le voci diffuse sui social secondo cui in fuga, avrebbe lasciato il paese e sarebbe già all’estero. affermando che sta continuando a lavorare nella capitale. L’obiettivo degli islamisti è la rimozione di Assad dalla sua carica di presidente della Siria.

Il controllo della difesa

Dopo la caduta delle città di Daraa e Suwayda all’alba di oggi, le forze governative siriane mantengono il controllo di cinque capoluoghi di provincia: Damasco, Homs e Quneitra, oltre a Latakia e Tartus sulla costa del Mediterraneo. E l’esercito israeliano (Idf) ha annunciato che rafforzerà ulteriormente la propria presenza al confine con la Siria, sulle alture del Golan, a seguito di una nuova valutazione degli sviluppi della guerra civile siriana. “Il rafforzamento delle truppe consentirà di rafforzare le difese nella zona e di preparare le truppe per vari scenari nella zona”

 

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