Spodestato dai ribelli il presidente siriano Bashar Assad e i membri della sua famiglia sono arrivati a Mosca. La Russia ha concesso loro asilo secondo una fonte del Cremlino. Per la Federazione Russa è necessario riprendere i negoziati per una soluzione in Siria sotto la supervisione delle Nazioni Unite.
Nella notte il governo siriano è caduto: le forze antigovernative hanno rovesciato il potere di Bashar Assad. L’esercito regolare ha abbandonato il Paese dopo che i ribelli sono entrati a Damasco, annunciando la fuga del presidente.
«A seguito dei negoziati tra Assad e alcuni partecipanti al conflitto armato sul territorio della Siria, il presidente siriano ha deciso di lasciare la carica presidenziale e ha lasciato il Paese, dando istruzioni per effettuare pacificamente il trasferimento del potere». Così in un comunicato del ministero degli Esteri russo. «La Russia non ha partecipato a questi negoziati», si sottolinea nella nota.
In molti hanno affollato le strade della città, per festeggiare la caduta di Bashar al-Assad. Dopo la presa del potere da parte delle milizie antigovernative, ha abbattuto a Damasco la statua del padre di Assad, Hafez, che ha guidato il paese a partire dal 1971 e fino alla sua morte.
«La fine della dittatura di Assad è uno sviluppo positivo e atteso da tempo. Dimostra anche la debolezza dei sostenitori di Assad, Russia e Iran. La nostra priorità è garantire la sicurezza nella regione. Lavorerò con tutti i partner costruttivi, in Siria e nella regione». Così su X l’alto rappresentante Ue per la Politica estera Kaja Kallas.
La folla, riversatasi in strada, per festeggiare la caduta di Bashar al-Assad, dopo la presa del potere da parte delle milizie antigovernative, ha abbattuto a Damasco la statua del padre di Assad, Hafez, che ha guidato il paese a partire dal 1971 e fino alla sua morte.
Il capo di un osservatore di guerra dell’opposizione siriana già questa mattina riferiva che Assad aveva lasciato il paese per una località non rivelata, fuggendo prima degli insorti che hanno affermato di essere entrati a Damasco in seguito alla rapida avanzata attraverso il paese.
Poi un alto funzionario israeliano ha fatto sapere al sito di informazione Walla che Bashar Assad ha lasciato Damasco ieri intorno a mezzanotte ed è volato alla base russa di Hamimim in Siria con l’intenzione di proseguire da lì per Mosca.
A questo punto non vi è alcuna indicazione che abbia lasciato la Siria. Un funzionario americano ha detto a Walla che gli Stati Uniti hanno riconosciuto che Assad aveva lasciato Damasco la notte scorsa e si stava dirigendo verso la capitale della Russia.
Al momento sono in mano ai ribelli il palazzo Presidenziale nel quartiere di Malki, la sede della Tv di Stato, l’aeroporto internazionale e il carcere di Sednaya. Sotto controllo anche le principali strade a Damasco. In diverse zone della città i cittadini sono scesi in strada per applaudire i ribelli e per intonate slogan contro Bashar Al Assad.
Arrestato il primo ministro siriano Mohammed Ghazi al-Jalali
Mohammed Ghazi Jalali, primo ministro siriano, è stato arrestato dalle forze ribelli in un hotel a Damasco. Lo riportano media che mostrano un video postato dai ribelli sui social. «Siamo pronti a consegnare il potere alla leadership eletta», avrebbe detto, chiedendo una «transizione pacifica». Il primo ministro avrebbe anche detto di non sapere dove si trovino l’ex presidente Bashar Al-Assad e il suo ministro della Difesa.
Qualche ora prima dell’arresto avrebbe affermato che il governo era pronto a «tendere la mano» all’opposizione e a trasferire le sue funzioni a un governo di transizione. «Sono a casa mia e non me ne sono andato, e questo perché appartengo a questo paese», ha affermato Jalili in una dichiarazione video. Poi ha fatto sapere che sarebbe andato in ufficio per continuare a lavorare la mattina e ha invitato i cittadini siriani a non deturpare la proprietà pubblica.
Rami Abdurrahman dell’Osservatorio siriano per i diritti umani ha dichiarato all’Associated Press che Assad avrebbe preso un volo questa domenica da Damasco.
Il ministro degli Affari Esteri Tajani convoca una riunione alla Farnesina: «Connazionali al sicuro, importante presenza italiana con ambasciata»
«Per prima cosa ci siamo preoccupati della situazione dei cittadini italiani, che sono circa 300. Questa mattina i miliziani sono entrati nel giardino dell’ambasciatore italiano ma la situazione si è risolta in fretta e hanno solo portato via tre automobili. Inoltre 15 italiani sono riusciti a passare il confine con il Libano, altri due ieri quello con la Giordania, e sono al sicuro. Al momento sono al sicuro anche tutti quelli che sono nelle loro case a Damasco. Il passaggio di potere è stato incruento, ed è dovuto anche al fatto che gli Hezbollah da un lato e la Russia dall’altro sono impegnati in altri conflitti e non hanno più potuto assicurare il loro sostegno ad Assad. Il nostro interesse è arrivare alla stabilità. Il ministro degli Esteri turco mi ha detto che è importante che ci sia una presenza italiana a Damasco, con l’ambasciata attiva in questo momento». Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in collegamento telefonico con ‘In mezz’ora’ su Rai3, a proposito della situazione siriana.
Il ministro propri questa mattina ha convocato una riunione alla Farnesina. L’ingresso dei miliziani a Damasco e la dissoluzione del regime di Bashar al-Assad comportano la «necessità di una reazione immediata innanzitutto per la protezione degli italiani ancora presenti nel Paese”, fa sapere la Farnesina. Tajani avrà contatti con leader politici di governi amici dell’Italia e verificherà piani di azione già programmati con altre amministrazioni dello Stato italiano.
«Seguo con preoccupata attenzione l’evoluzione della situazione in Siria. In contatto costante con la nostra ambasciata a Damasco e con Palazzo Chigi». Così su X il ministro degli Esteri.