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Sicurezza informatica, negli ultimi tre mesi 681 episodi di cybercrime in Italia

Sono 681 gli episodi di cybercrime che si sono registrati tra luglio e settembre del 2024, il 18% in più rispetto al trimestre precedente. È quanto emerge dal nuovo Threat intelligence report elaborato dall'osservatorio cybersecurity di Exprivia presentato oggi nel corso dell'Apulia Cybersecurity Forum a Sannicandro di Bari. Si contano, in particolare, 540 attacchi (+24%),…

Sono 681 gli episodi di cybercrime che si sono registrati tra luglio e settembre del 2024, il 18% in più rispetto al trimestre precedente. È quanto emerge dal nuovo Threat intelligence report elaborato dall’osservatorio cybersecurity di Exprivia presentato oggi nel corso dell’Apulia Cybersecurity Forum a Sannicandro di Bari.

Si contano, in particolare, 540 attacchi (+24%), 134 incidenti (+10% e in crescita del 40% circa da inizio anno) di cui il 14% riguarda le medie imprese (Exprivia classifica nel rapporto “medie imprese” quelle con un fatturato tra i 50 e 700 milioni di euro) e 7 violazioni della privacy (-70% rispetto al trimestre precedente).

Lo studio condotto dall’azienda con sede a Molfetta prende in considerazione 164 fonti aperte tra siti di aziende colpite, siti pubblici di interesse nazionale, agenzie di stampa online, blog e social media.

Come emerge dallo studio, oltre il 90% degli attacchi informatici ha come scopo il profitto economico. Seguono, in misura minore, gli attacchi per spionaggio, sabotaggio e hacktivism, oltre a quelli legati a motivazioni ideologiche, politiche o sociali.

L’intelligenza artificiale è coinvolta nel 18% degli incidenti registrati (circa 24).

«Con l’evidenza di questi dati non ci sorprende che le normative europee “Nis2” e “Dora” puntino a rafforzare gli standard di sicurezza per le imprese con degli obblighi a cui non ci si potrà sottrarre», dichiara Domenico Raguseo, direttore Cybersecurity di Exprivia. «Notiamo, però – aggiunge -, che il restante 48% degli incidenti dipende da vulnerabilità delle infrastrutture interne alle aziende, come macchinari, dispositivi di produzione e altro. Non dobbiamo abbassare la guardia, ma continuare a investire in programmi di formazione per migliorare la consapevolezza sui rischi legati al cybercrime».

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