Gira che ti rigira è arrivata la proposta tanto attesa da una parte del centro-destra: dedicare il futuro ponte che nascerà tra lo stretto di Messina a Silvio Berlusconi, che fin da tempi remoti si era mosso per la sua realizzazione, incontrando sempre nuovi ostacoli. L’idea è stata riportata in auge dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, nel corso di un’intervista al quotidiano La Sicilia. «La nostra terra oggi è un cantiere in piena attività: entro pochi anni si presenterà già pronta a sfruttare il Ponte, che mi piacerebbe fosse intitolato a Silvio Berlusconi, come anello di trasmissione di una rete di infrastrutture moderna ed efficiente», ha detto quasi en passant il governatore siciliano. Non sembra aver abboccato, almeno subito dopo la dichiarazione a mezzo stampa di Schifani, il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture nonché vicepremier, Matteo Salvini, che ha chiuso il discorso con un laconico «Ne parleremo». Salvo poi, rincorrendo la polemica del pomeriggio, aprire alla possibilità. «Per me è motivo di orgoglio portare a compimento qualcosa per cui hanno lavorato Craxi e Berlusconi, che sono stati due grandi politici».
Salvini difende il progetto
Interpellato in merito allo struttura ingegneristica che sorgerà tra Villa San Giovanni e Messina e alle nutrite polemiche dei giorni scorsi e non solo, ha cercato di chiarire alcuni punti del progetto, puntando il dito contro il Partito Democratico, che aveva mosso pesanti critiche. «Oggi sono contro il Ponte perché il progetto lo porta avanti Salvini – ha detto durante la Versiliana a Marina di Pietrasanta (Lucca) – Se lo facesse un ministro del Pd sono sicuro che sarebbe la più grande opera di ingegneria nella storia: farò di tutto per evitare boicottaggi». Dopo aver apostrofato le proteste dei manifestanti contro il Ponte come «manifestazioni di quattro scappati di casa che sono contro lo sviluppo», ha ribadito la sua posizione sul pedaggio. «Tutti i ponti del mondo hanno il pedaggio, ci scandalizziamo perché ci sarà un pedaggio di 10 euro? – ha detto ancora – Solo uno del Pd può dire di no».
Critici i Pentastellati
A soffiare sul fuoco della protesta ci sta pensando anche il Movimento Cinque Stelle, tramite le parole del segretario di presidenza del Senato, Pietro Lorefice. «Nella vita reale meno di un italiano su tre vuole il Ponte sullo Stretto», ha dichiarato in una nota, citando l’ultimo sondaggio Demos per La Repubblica, secondo cui solo il 28% del campione nazionale si dichiara favorevole all’opera. «Un Esecutivo degno di questo nome dovrebbe rappresentare la volontà dei cittadini, se il governo insiste per la sua strada, è evidente che non ascolta il Paese – ha scritto – Invito Salvini a camminare nei territori per conoscerne le reali esigenze e non calpestarli usandoli come ponti elettorali».