La Juve Stabia, formazione campana che milita nel campionato di Serie B, finisce in amministrazione controllata per presunte infiltrazioni mafiose.
Il decreto è stato emesso dal Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica, del procuratore nazionale antimafia e del questore del capoluogo campano. Il provvedimento riguarderebbe anche altre società che si occupano dei servizi annessi alle manifestazioni sportive. Per la gestione del club sarà nominato un pool di professionisti.
Il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo ha parlato di «un quadro generale preoccupante, un caso scuola». Il club, ha affermato, sarebbe stato “subordinato” alla camorra, in particolare ai clan D’Alessandro e Imparato. «Si tratta – ha detto Melillo – del terzo caso in Italia: prima della Juve Stabia ci sono stati analoghi provvedimenti per il Foggia Calcio e il Crotone Calcio».
Il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha evidenziato che «gli spostamenti della squadra, la sicurezza, il beveraggio, le gestione dei biglietti: tutto era nelle mani della camorra».
Il prefetto del capoluogo campano ha detto che sarà un provvedimento articolato «che segnerà uno spartiacque della gestione di questa società. I magistrati – ha aggiunto il prefetto – hanno individuato una serie di defaillance e adesso bisogna accompagnare questa società in un percorso di legalità». In Prefettura, ha detto ancora Di Bari, «è già al lavoro un gruppo interforze per eventuali provvedimenti».
L’obiettivo, ha voluto sottolineare il prefetto, «è bonificare la società». Di Bari non esclude che si possa chiedere alla Federcalcio il rinvio di alcune gare per avere la possibilità di riorganizzare i servizi risultati contaminati dalla camorra.