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Serie A, il Milan cambia ma resta portoghese: via Paulo Fonseca e dentro Sergio Conceiçao

Il pareggio interno contro la Roma è costato la panchina del Milan a Paulo Fonseca. Un epilogo atteso da tempo, ma che si è concretizzato in modo a dir poco singolare. Il primo a confermare l'esonero, infatti, è stato lo stesso tecnico portoghese all'uscita da San Siro dopo la gara contro i giallorossi di Claudio Ranieri. «Ho…
foto di Martin Meissner/LaPresse

Il pareggio interno contro la Roma è costato la panchina del Milan a Paulo Fonseca. Un epilogo atteso da tempo, ma che si è concretizzato in modo a dir poco singolare. Il primo a confermare l’esonero, infatti, è stato lo stesso tecnico portoghese all’uscita da San Siro dopo la gara contro i giallorossi di Claudio Ranieri. «Ho parlato con la dirigenza, è vero che sono fuori dal Milan – ha confermato Fonseca lasciando lo stadio in auto -. È la vita, ho la coscienza calma perché ho fatto tutto quello che potevo», ha aggiunto l’ex tecnico della Roma.

L’esonero di Fonseca

Soltanto in tarda mattinata, poi, con una nota sul suo sito il Milan ha comunicato «ufficialmente di avere sollevato Paulo Fonseca dall’incarico di allenatore della Prima Squadra maschile». Il club «ringrazia Paulo per la grande professionalità e gli augura il meglio per il futuro». «Un abbraccio tutti e grazie mille per il sostegno e il rispetto, è stato un orgoglio essere l’allenatore del Milan», le ultime parole di Fonseca lasciando Milanello questa mattina. Il tecnico ha avuto sempre dalla sua i tifosi, che anche ieri prima e durante la partita hanno contestato duramente i proprietari americani del club, in particolare esortando il fondatore del fondo RedBird Gerry Cardinale a vendere.

Arrivato in estate dopo l’esperienza in Francia con il Lille, Fonseca non è mai entrato in sintonia con la squadra in particolare con le due stelle Rafa Leao e Theo Hernandez. La società a sua volta non lo ha quasi mai difeso pubblicamente, lasciandolo spesso solo a dover spiegare i risultati deludenti soprattutto in campionato. Fonseca è di fatto stato sempre sotto pressione dall’inizio della stagione e non è bastata la vittoria nel derby contro l’Inter. In totale Fonseca ha ottenuto solo 12 vittorie in 24 partite in tutte le competizioni. Il Milan è ottavo in Serie A, lontano ben 14 punti dai leader Atalanta e Napoli, molto peggio del secondo posto ottenuto con Stefano Pioli la scorsa stagione. I rossoneri hanno però fatto meglio in Champions League, dove hanno ottenuto quattro vittorie consecutive, tra cui un importante 3-1 in casa del Real Madrid. I rossoneri sono al 12° posto e sulla buona strada per qualificarsi per i playoff.

L’ufficialità di Conceiçao

Al posto di Fonseca, il Milan si affida ad un altro portoghese, l’ex tecnico del Porto Sergio Conceiçao che firma un contratto fino al 30 giugno 2026 e al quale il club augura «un’esperienza ricca di successi e soddisfazioni».

Conceiçao, ha giocato in Serie A con Lazio, Parma e Inter, ha allenato il Porto per sei stagioni prima di dimettersi a giugno. A lui il compito di rilanciare le ambizioni rossonere, a partire dal confronto contro la Juventus del figlio Francisco nella semifinale della Supercoppa italiana in Arabia Saudita venerdì.

Esoneri

Quello di Fonseca è il sesto esonero in Serie A in questa stagione. La prima panchina a cadere è stata quella di Daniele De Rossi alla Roma che ha poi mandato via anche Ivan Juric per affidarsi a Claudio Ranieri. Nel mezzo è cambiata anche la guida tecnica del Lecce, con Marco Giampaolo al posto di Luca Gotti, quindi quella del Genoa con Patrick Vieira per Alberto Gilardino e infine quella del Monza con Salvatore Bocchetti che ha rimpiazzato un altro campione del Mondo del 2006 Alessandro Nesta.

E sull’esonero di Fonseca è intervenuto un grande ex milanista come Carlo Ancelotti. «L’esonero di un allenatore fa parte del nostro lavoro, anche io sono stato esonerato. Quando ci sono dei problemi in una squadra la responsabilità cade sull’uomo solo, che è l’allenatore. Purtroppo è così. L’allenatore soprattutto nei momenti di difficoltà è abbastanza solo», ha dichiarato a Radio Anch’Io lo Sport su Radio1. «Sulla modalità si può discutere, ma alla fine è un momento di tristezza per il tecnico. Dispiace, ma ce ne facciamo una ragione perché a volte quando si chiude una porta si può aprire apre un portone – ha aggiunto -. Contro di noi il Milan ha giocato molto bene e ha meritato di vincere, ma evidentemente non ha trovato la continuità che la dirigenza chiedeva», ha concluso Ancelotti.

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