L’Italia propone una stretta europea sull’uso in classe degli smartphone. Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha presentato al Consiglio dell’Unione europea dedicato all’Istruzione un piano per scoraggiare l’uso degli smartphone nelle classi delle scuole primarie e secondarie di primo grado in tutta l’Ue. La proposta mira a proteggere lo sviluppo cognitivo degli studenti, contrastando gli effetti negativi legati all’abuso di dispositivi mobili in età evolutiva.
Secondo Valditara, l’uso eccessivo di smartphone nei bambini e preadolescenti compromette concentrazione, memoria, competenze linguistiche e pensiero critico, oltre a peggiorare il rendimento scolastico e aumentare l’isolamento sociale. «È giunto il momento di intervenire con decisione per tutelare il benessere e l’apprendimento dei nostri giovani», ha affermato il ministro, annunciando anche la possibilità di estendere il divieto alle scuole superiori.
La proposta italiana ha ottenuto un ampio consenso tra gli Stati membri: dieci Paesi, tra cui Francia, Svezia e Grecia, hanno espresso il loro sostegno, mentre Austria e Slovacchia hanno cofirmato il testo. Nessun Paese si è opposto. La commissaria europea Roxana Minzatu si è impegnata a portare avanti l’iniziativa, appoggiata anche dalla presidenza polacca dell’Ue.
In Italia, a partire da settembre 2024 è stato disposto il divieto, per tutti gli studenti e le studentesse, dalla scuola dell’infanzia fino alla secondaria di primo grado. Faranno eccezione solo gli alunni con piani didattici personalizzati legati a disabilità o DSA.
Valditara ha sottolineato la necessità di un’azione comune europea anche in tema di accesso ai social network, per contrastare cyberbullismo, pedopornografia e violenza online. L’obiettivo è garantire un ambiente scolastico sicuro e favorevole all’apprendimento, libero dalle distrazioni digitali.