Dal prossimo anno scolastico, un’insufficienza nel voto di condotta comporterà automaticamente la bocciatura per gli studenti delle scuole superiori, dal primo al quarto anno. Si tratta di una novità significativa introdotta dal governo nell’ambito della riforma avviata con la legge 150 del 2024, già in vigore da ottobre, che punta a valorizzare la valutazione del comportamento come leva per contrastare episodi di violenza, bullismo e mancanza di rispetto nelle scuole italiane.
La misura è stata formalizzata con due decreti approvati in via preliminare la scorsa settimana. Il primo decreto chiarisce che l’insufficienza in condotta (voto inferiore a 6/10) potrà essere assegnata in caso di gravi e reiterate violazioni disciplinari, comprese aggressioni fisiche o verbali, e in generale per inosservanza dei regolamenti scolastici.
Se il voto insufficiente viene attribuito al termine del primo quadrimestre, lo studente sarà coinvolto in attività educative pensate per favorire la riflessione sulle proprie azioni, con l’obiettivo di promuovere un cambiamento consapevole.
Questa norma estende quanto già previsto per le scuole medie e per l’ultimo anno delle superiori. In questi casi, infatti, l’insufficienza in condotta determina la non ammissione all’esame di Stato. Anche con la sufficienza (voto 6), però, gli studenti maturandi dovranno presentare un elaborato sul tema della cittadinanza attiva, a dimostrazione di una riflessione responsabile.
Per gli studenti dei primi quattro anni delle superiori, il voto 6 in condotta implicherà l’obbligo di sostenere una prova estiva di recupero, simile a quella prevista per le materie insufficienti. Anche in questo caso si tratterà di un elaborato scritto, volto a valutare la comprensione delle regole di convivenza e dei valori civici.
Il secondo decreto riguarda invece le sospensioni disciplinari. Per sospensioni brevi (fino a due giorni), il consiglio di classe potrà assegnare compiti supplementari a carattere educativo. Per sospensioni tra 3 e 15 giorni, gli studenti saranno chiamati a svolgere attività di volontariato o di manutenzione degli ambienti scolastici. Nei casi più gravi, con sospensioni più lunghe, si prevedono percorsi educativi strutturati, con il possibile coinvolgimento di servizi sociali e autorità giudiziaria.
Con queste misure, il governo intende ristabilire l’autorità educativa della scuola e promuovere un ambiente più sicuro e rispettoso per studenti, docenti e personale scolastico. Ma resta aperto il dibattito su quanto queste regole riusciranno davvero a educare, e non solo a punire.