Scudetto e stella nel derby per l’Inter, parte la festa. “Re Artù” Di Napoli: «Inzaghi stratega esemplare»

Cavalcata trionfale e numeri “monstre” quelli realizzati dall’Inter di Simone Inzaghi. Il segreto del successo? Una società forte, un amministratore delegato come Beppe Marotta, il numero uno dei dirigenti da anni ed un gruppo squadra che hanno riposto con la totale fiducia nel proprio tecnico che lo scorso anno gli ha accompagnati e condotti a quasi a vincere la Champions League contro il Manchester City, ma comunque vincendo Coppa Italia e Supercoppa Italiana.

Quest’anno, invece, Simone Inzaghi ha vinto dall’inizio: è partito con 5 successi di fila in campionato cadendo soltanto alla sesta giornata col Sassuolo al “Meazza” ed Coppa Italia è uscito in modo del tutto fortuito con il Bologna così come agli ma anche agli ottavi di Champions con l’Atletico Madrid, all’andata avevano vinto al ritorno per alcune disattenzioni sono caduti. Complessivamente la squadra di Inzaghi in casa e trasferta ha avuto un ruolino di marcia pazzesco che li vede a cinque dalla fine con 86 punti a cinque dalla fine con 27 vittorie, 5 pari ed un solo Ko accompagnati da un bottino di 79 reti realizzate di cui ventitre da parte di Lautaro Martinez condite anche da due assist e solo 18 subite.

Ripetersi non sarà semplice ma questa seconda stella assegnata alla squadra nerazzurra è meritata. Il tecnico piacentino ha costruito in questi anni un gruppo di uomini, in questa stagione li ha resi perfetti nel gioco, con una fase offensiva e difensiva capace di sfruttare al meglio debolezze degli avversari e di dilagare talvolta. Quest’anno una delle partite chiave della stagione è stata a Lecce, coma ha dichiarato lo stesso Inzaghi a scudetto conquistato, ovvero correva il 25 febbraio e nella trasferta salentina nonostante i nerazzurri fossero passati in vantaggio dopo soli 15 minuti con il solito Lautaro, stavano subendo i tiri dei padroni di casa (a fine partita ne avrebbero collezionati nove fuori contro i tre loro), ma alla fine le statistiche e risultato hanno raccontato ben altro, 0-4 con doppietta di Lautaro, Frattesi e Dvrij, con una media di del 61% di possesso palla e 7 tiri nello specchio per una realizzazione del 57%.

Numeri che parzialmente spiegano la grandezza di un Inter cresciuta a livello di squadra e mentalità, trascinata dal suo leader Lautaro, ma che ha potuto contare su riserve di lusso come Frattesi, titolare con la Nazionale italiana che quando è entrato è stato lo spauracchio dei portieri avversari e degli altri compagni diventati devastanti, da Dimarco a Challanoglu o lo stesso Thuram, compagno di reparto di Martinez e figlio d’arte di uno dei più grandi difensori della storia del calcio, ovvero Lilian Thuram. Vincere poi il proprio scudetto al “Meazza” di fronte ad uno stadio con oltre 72 mila tifosi presenti, al suo record assoluto, e nel sesto derby di fila aggiudicatosi da Simone Inzaghi ha un sapore speciale.

Oggi l’Inter ha disputato e vinto per 2-0 la quintultima del campionato contro il Torino di Juric ed è poi partita la festa con il proprio pubblico.

Per il prossimo anno vorranno continuare ad alzare l’asticella e mettere nel mirino quella Champions sfumata lo scorso anno.

Parla “Re Artù” Di Napoli

In carriera Arturo Di Napoli nei campionati disputati ha realizzato 187 reti, di cui nei “pro” quasi 150 ma se si considerano le Coppe arriva abbondantemente ad oltre duecento.

Al di là del gol, Di Napoli è stato un attaccante che non si tirava mai indietro, cresciuto calcisticamente nelle giovanili dell’Inter di cui successivamente ne ha fatto parte per un po’ di mesi dell’Inter di Moratti ma facendo la differenza in quel di Messina e Salerno, vincendo classifiche capocannoniere e diventando l’incubo di molti portieri. Ha vestito tra le maglie importanti quelle di Napoli, Palermo e Venezia.

L’8 giugno sarà allo stadio “Arechi” di Salerno per l’amichevole con tante vecchie glorie di “Operazione Nostalgia” a deliziare i presenti. Di Napoli, oggi, allenatore ha dichiarato ai nostri microfoni sull’Inter che ha vinto lo scudetto della seconda stella: «Questa a mio avviso è stata l’Inter più bella che abbia mai visto. Una squadra che gioca a memoria, non perde mai di vista l’obiettivo, capace di saper soffrire senza mai snaturarsi. Vincono questo scudetto meritatamente dopo aver dominato dall’inizio alla fine e con un percorso sotto la guida di un brillante Simone Inzaghi, vero stratega che ha saputo continuamente martellare e motivare i suoi. La mia Inter era in una fase di costruzione e c’era appena stato il cambio al vertice in società da Pellegrini a Massimo Moratti che spese moltissimo raccogliendo molto meno in risultati, L’Inter di proprietà dei colossi cinesi si può asserire che è galattica sotto tutti gli aspetti compreso quello dirigenziale».

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