Almeno 12 morti, 11 civili e un soldato thailandese, e decine di feriti. Questo il bilancio dgli scontri a fuoco esplosi al confine tra Thailandia e Cambogia nella zona contesa del tempio di Prasat Ta Muen Thom. Le due nazioni si accusano reciprocamente di aver iniziato le ostilità.
La Thailandia ha chiuso i valichi di confine e ha lanciato attacchi aerei in risposta a quello che definisce un “attacco mirato ai civili”. Il ministero della Difesa cambogiano ha denunciato una “barbara aggressione” e ha chiesto un intervento urgente del Consiglio di Sicurezza dell’Onu.
Pechino e l’Unione Europea esprimono profonda preoccupazione e invitano al dialogo e alla moderazione. L’escalation si inserisce in una storica rivalità territoriale, riaccesa da maggio, e rappresenta una delle crisi più gravi tra i due Paesi negli ultimi anni.
Accuse e feriti al confine conteso
Le tensioni tra Thailandia e Cambogia sono riesplose a maggio con la morte di un soldato nel conteso “Triangolo di Smeraldo”. Da allora, entrambi i Paesi hanno aumentato le truppe al confine. La Thailandia ha imposto restrizioni e minacciato blackout. Phnom Penh ha vietato prodotti e film thailandesi. Nuovi incidenti, con feriti e mine, hanno aggravato la crisi, anche per la sospensione della premier thailandese Shinawatra dopo una telefonata controversa con Hun Sen. La disputa ha radici coloniali e nel 2011 causò già scontri violenti. La Cambogia si è rivolta alla Corte dell’Aia, ma Bangkok non ne riconosce la giurisdizione.