Scendere in piazza e fare rumore. Quest’anno la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, celebrata il 25 novembre, è arrivata a pochi giorni dal femminicidio di Giulia Cecchettin che ha scosso l’intero Paese. In tutta Italia ieri sono stati organizzati cortei, flash mob e manifestazioni per dire «basta». «Parlate, denunciate, fidatevi!» ha esortato su Facebook Gino Cecchettin, papà di Giulia.
Ogni giorno, riportano i dati Istat, in Italia 85 donne sono vittime di reato: dai maltrattamenti in famiglia, alla violenza sessuale fino allo stalking. Nel 2022 si sono verificati 106 femminicidi. Di queste, 61 donne sono state uccise da un partner o un ex partner, tutti di sesso maschile. Uno dei contesti più pericolosi è la relazione coniugale o di coppia, con un alto tasso di reati commessi da partner o ex-partner. Nel 55% dei casi questi reati vengono, infatti, commessi dalla persona con cui si vive e i moventi principali sono la fine della relazione e la conflittualità familiare. Stando ai dati relativi al primo semestre del 2023 diffusi dalla Polizia di Stato nell’ambito della campagna “Questo non è amore”, sono state 59 le donne vittime di omicidio volontario.
«Quando ci troviamo di fronte a una donna uccisa – ha scritto in un messaggio il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – alla vita spezzata di una giovane, a una persona umiliata verbalmente o nei gesti della vita di ogni giorno, in famiglia, nei luoghi di lavoro, a scuola, avvertiamo che dietro queste violenze c’è il fallimento di una società che non riesce a promuovere reali rapporti paritari tra donne e uomini».
Mercoledì 22 novembre il Senato ha approvato in via definitiva, e all’unanimità, il disegno di legge contro la violenza sulle donne presentato mesi fa dalla ministra per la Famiglia e le Pari opportunità, Eugenia Roccella, e già approvato a ottobre dalla Camera. Al suo interno ci sono misure che intendono rafforzare le norme già previste dal “Codice rosso”, introdotto nel 2019, e favorire la prevenzione, soprattutto con un’intensificazione di pene e misure coercitive già esistenti. Tra le principali c’è l’estensione delle misure cautelari anche alle persone accusate dei cosiddetti “reati spia”, cioè quelli che sono indicatori di violenza di genere.
Tra le manifestazioni svoltesi in tutta Italia in occasione del 25 novembre, l’appuntamento principale nella Capitale è stato con il corteo fucsia organizzato dall’associazione “Non una di meno” durante il quale i partecipanti sono stati invitati a fare più rumore possibile agitando mazzi di chiavi. Anche il teatro alla Scala di Milano ha partecipato alla Giornata contro la violenza sulle donne. Gli artisti del coro infatti, durante le prove del Don Carlo, hanno recitato indossando una coccarda bianca.
«Il primo diritto delle donne è quello di essere libere dalla violenza – ha scritto su X la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen – Dobbiamo varare la prima legge Ue per combattere la violenza contro le donne».
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Di Lucia Stefania Manco7 Novembre 2024