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Sanremo, Conti: «Non faccio paragoni con Amadeus. Autotune? Lo usano tutti»

Nella conferenza stampa che precede di poche ore l’inizio del Festival della musica italiana di Sanremo, i tre conduttori della 75ma edizione, Carlo Conti, Antonella Clerici e Gerry Scotti hanno risposto alle domande dei giornalisti che si sono concentrati sulle novità come l’assenza dei monologhi, lo spazio dedicato agli sketch comici, i paragoni con le edizioni condotte da Amadeus e l’assenza di Angelina Mango, vincitrice della scorsa edizione con la canzone “La noia“.

Il primo a intervenire è proprio il direttore artistico: «Non c’è nessuna sfida con Amadeus, i suoi numeri sono imbattibili. Ha fatto un lavoro incredibile, straordinario. Con Fiorello ha fatto cinque festival straordinari, uno dei quali con una difficoltà enorme con l’Ariston vuoto durante il Covid.

Non guarderò gli ascolti – ha aggiunto Conti – non mi interessano, spero di portare un prodotto dignitoso e magari provare a eguagliare i miei numeri. Non avrei mai accettato se per me fosse stata una sfida».

Altro tema caldo è la partecipazione di Angelina Mango. La cantautrice lucana, figlia d’arte di Pino Mango (altro cantante che ha partecipato al Festival), il 28 gennaio aveva condiviso sui social un post nel quale annunciava ai suoi fan di voler ridurre gli impegni pubblici per dedicare maggior tempo alla propria vita privata.

«Non l’ho sentita, ma so che ha scelto un momento tranquillità, ma non si sa mai, magari ci sarà una sorpresa dell’ultim’ora. Non c’è una regola sulla partecipazione al festival del vincitore della precedente edizioni, ma vedremo…».

Altra domanda fatta dai giornalisti ha riguardato l’utilizzo dell’autotune all’interno della kermesse musicale. «Vietarlo a Sanremo sarebbe andare contro la logica discografica. Oggi molti cantanti lo usano. Alcuni di questi modelli non sono stati accettati, altri sì.

Credo che significhi stare al passo con i tempi. Sarebbe contro la logica, che piace a tutti noi come sonorità, ammetterlo. Mi pare comunque che le grandi voci non manchino a Sanremo».

Infine un intervento anche a riguardo della mancanza di monologhi impegnati e sketch comici. «Non ho mai avuto pressioni. Ringrazio l’azienda che si è fidata di me conoscendo il mio modo di lavorare. Non cerco le polemiche che ci possono sempre essere al Festival. Io cerco di parlare a tutti. Rispetto molto i monologhi, ma voglio rispettare i tempi, e di non finire oltre 1,10-1,20 am.

Per l’ultima sera mi si conceda un po’ più di tempo. Ho scelto di non fare cose un po’ lunghe, ma sintetizzare in riflessioni veloci. A volte è meglio una parola che una lunga chiacchierata – conclude Conti – la politica non c’entra niente»

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