E mentre continuano gli attacchi su entrambi i fronti, Lavrov esclude colloqui tra Russia e Ucraina in Vaticano. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha definito «irrealistico» un incontro giudicando «non elegante che due Paesi ortodossi discutano in una sede cattolica». Secondo Lavrov, tra le cause fondamentali del conflitto vi sarebbe la «distruzione della Chiesa ortodossa ucraina» da parte di Kiev.
Dal Cremlino, Dmitry Peskov ha chiarito che «non c’è alcun accordo su una sede» per i futuri negoziati, smentendo già ieri le voci di un vertice in Vaticano. Intanto proseguono i combattimenti: le forze russe hanno colpito duramente la regione di Zaporizhzhia con 658 attacchi, mentre l’Ucraina ha lanciato 92 droni su obiettivi russi, provocando otto feriti.
Il presidente Putin ha annunciato la creazione di una «zona di sicurezza» nel nord dell’Ucraina, nelle regioni di Sumy e Kharkiv, per contrastare gli attacchi contro i territori russi. Kiev replica «La vera zona cuscinetto dovrebbe essere sul suolo russo».
Nel frattempo, Mosca e Kiev confermano l’intesa per uno scambio di 1.000 prigionieri per parte. Zelensky ha parlato di un «risultato concreto» dell’incontro di Istanbul, mentre il Cremlino afferma di aver ricevuto da Kiev l’elenco dei detenuti. Dall’Italia ieri in tarda serata la premier Meloni, al termine del vertice con la collega danese Frederiksen, ha auspicato «negoziati seri» e ha ringraziato Zelensky per la disponibilità alla pace.