Roman Starovoit, ex ministro dei Trasporti ed ex governatore della regione russa di Kursk, è stato trovato morto con un colpo d’arma da fuoco all’interno della sua auto, nel distretto di Odintsovo, alle porte di Mosca.
Accanto al corpo una pistola d’onore ricevuta dal Ministero degli Interni nel 2023. Il Comitato Investigativo della Federazione Russa ha confermato il decesso e indicato come ipotesi principale quella del suicidio. Ma la vicenda presenta molte ombre.
Starovoit era stato ufficialmente licenziato dal presidente Vladimir Putin poche ore prima del ritrovamento del cadavere, con un decreto reso pubblico solo in mattinata. L’ex ministro era sotto inchiesta per una presunta frode milionaria durante il suo mandato a Kursk (2018–2024): secondo le accuse, avrebbe partecipato a un sistema corruttivo che avrebbe sottratto oltre un miliardo di rubli destinati alla costruzione di strutture difensive lungo il confine con l’Ucraina.
La denuncia chiave sarebbe arrivata da Aleksej Smirnov, ex governatore arrestato ad aprile, che avrebbe fatto il nome di Starovoit come uno dei responsabili. Secondo Forbes, l’ex ministro sarebbe morto nella notte tra il 5 e il 6 luglio, ma altri media sostengono che il 6 luglio fosse ancora vivo e presente a una riunione ministeriale. Un dettaglio che alimenta i sospetti su un possibile insabbiamento o su un quadro più complesso di pressioni e depistaggi.
A rendere ancora più inquietante la vicenda, la morte improvvisa di un altro funzionario del Ministero dei Trasporti, Andrej Korneichuk, vicedirettore del dipartimento patrimonio di Rosavtodor, crollato senza vita durante una riunione. Aveva 42 anni.
Il decesso è avvenuto pochi minuti dopo l’annuncio dell’allontanamento di Starovoit. Si sospetta un infarto, ma alcuni osservatori ipotizzano un possibile legame tra i due decessi, data la tempistica e i ruoli chiave ricoperti da entrambi. Il Comitato Investigativo ha avviato accertamenti su entrambi i casi ma, al momento, non ha aperto procedimenti penali.