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Russia, Al Bano rivela: «Chiamato per il concerto che festeggerà la fine della guerra con l’Ucraina»

Il legame di Al Bano con la Russia è ben noto e risalente agli anni in cui il Paese era ancora l'Unione Sovietica. Il cantante pugliese ha calcato i palchi russi dal 1984, diventando una delle voci italiane più amate. Ora, in un’intervista a La Stampa, ha rivelato di essere stato invitato ad un concerto…
foto di Alfredo Falcone/LaPresse

Il legame di Al Bano con la Russia è ben noto e risalente agli anni in cui il Paese era ancora l’Unione Sovietica. Il cantante pugliese ha calcato i palchi russi dal 1984, diventando una delle voci italiane più amate. Ora, in un’intervista a La Stampa, ha rivelato di essere stato invitato ad un concerto sulla Piazza Rossa per celebrare la fine del conflitto in Ucraina, previsto per l’autunno del 2025.

L’invito da Mosca per l’autunno 2025

«Mi ha chiamato una persona da Mosca appena due giorni fa e mi ha detto: “Tieni pronto il microfono, perché tra settembre e ottobre dovrai cantare al concerto che festeggerà la pace”», racconta Al Bano. Nonostante non ci siano ancora negoziati formali, la macchina organizzativa per l’evento sembra già in moto, con l’obiettivo di celebrare la fine delle ostilità. Il 2025, indicato da molti come un possibile anno di svolta, potrebbe coincidere con un cambio di scenario politico globale, con la fine del conflitto auspicata anche dal presidente ucraino Zelensky.

Al Bano, che non torna in Russia dal 2019 – prima per la pandemia e poi per il conflitto – sottolinea la sua decisione di non cantare per un popolo in guerra. «Ho detto: “Non cercatemi più finché non ci sarà la pace”. Ora, finalmente, si parla di festeggiarla». La sua fiducia in una soluzione del conflitto si lega a Donald Trump, che il cantante considera il possibile artefice della pace. «Trump vuole la paternità di questa pace, e sono certo che manterrà la parola. Non ha fabbriche di armi, è un manager che lavora bene quando c’è pace. Questa è la pura verità».

Il rapporto tra Al Bano e la Russia resta saldo, nonostante il lungo stop. «Dal primo concerto nell’84 ho sempre ricevuto un affetto straordinario. È un popolo che ama profondamente la mia musica», ricorda. E ora, a quasi quattro decenni dal suo debutto sul suolo russo, potrebbe tornare a cantare in un momento storico: la celebrazione della pace.

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