La Corte costituzionale della Romania ha annullato il primo turno delle elezioni presidenziali, a due giorni dal ballottaggio che era in programma domenica prossima.
La decisione senza precedenti è arrivata dopo che mercoledì il presidente Klaus Iohannis aveva dichiarato che la Russia ha condotto una vasta campagna che comprendeva migliaia di account sui social per promuovere il vincitore Calin Georgescu su piattaforme come TikTok e Telegram.
Georgescu, outsider di estrema destra, avrebbe dovuto affrontare domenica al ballottaggio la riformista Elena Lasconi del partito Save Romania Union.
La Corte, con una nota rilasciata nel pomeriggio, ha comunicato la decisione presa all’unanimità.
Il governo romeno adesso sarà incaricato di stabilire una nuova data. L’intera macchina elettorale, poi, compresa la presentazione e la valutazione delle candidature, dovrà ripartire da zero.
Un fulmine a ciel sereno, visto che la massima Corte della Romania si era espressa appena lunedì rigettando la richiesta di un annullamento dei risultati del primo turno. A far pendere l’ago della bilancia dalla parte opposta, e far decidere la Corte «al fine di garantire la correttezza e la legalità del processo elettorale», ha contribuito senza dubbio il pacchetto di documenti de-classificati pubblicato mercoledì dal presidente Iohannis.
Nei documenti – di proprietà del ministero dell’Interno e di diverse agenzie d’intelligence della Romania – si legge come il Paese sia stata oggetto di una «azione ibrida aggressiva russa», che ha incluso attacchi contro l’Ufficio elettorale centrale e l’Autorità elettorale permanente, durante il giorno e la notte delle elezioni presidenziali del 24 novembre.