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Roma, Carlo Verdone sindaco per un giorno: una festa di città e di affetto

Nel giorno del suo compleanno, Carlo Verdone, 75 anni, ha indossato la fascia tricolore diventando sindaco di Roma per un giorno, ripetendo l’esperienza già vissuta da Alberto Sordi negli anni Novanta. Accolto al Campidoglio dal sindaco Roberto Gualtieri, il regista romano ha presieduto la Giunta capitolina nella Sala delle Bandiere, dove sono state approvate l’avvio di un punto di odontoiatria e psicologia sociale a Tor Bella Monaca, con cure gratuite per le fasce più fragili, e nuove misure di sostegno alle librerie cittadine, riconosciute come presidi culturali da valorizzare anche attraverso l’uso di spazi pubblici.

Dopo la riunione, Verdone e Gualtieri hanno iniziato un tour attraverso vari quartieri della Capitale. Prima tappa, Villa Gordiani, per l’inaugurazione dell’area ludica di via Olevano Romano, teatro dell’esplosione dello scorso luglio. Qui Verdone ha piantato un albero ed è stato accolto calorosamente da residenti e bambini. «Questo luogo mi emoziona – ha detto – tutto ciò che si fa per i più giovani è sacro. Anche un semplice parco può creare condivisione». Gualtieri, definendosi “assistente sindaco per un giorno”, ha sottolineato l’impegno dell’amministrazione nel garantire il diritto al gioco.

«Anche io naturalmente giocavo ai giardinetti, in aree ludiche molto più sconnesse di questa – ha detto Verdone -. Ma ci si divertiva con poco allora. Questo luogo mi emoziona molto e tutto quello che si può fare per i bambini e i giovani è sacro. Quello che va creato è la condivisione. Anche un semplice parco può essere utile per aggregare».

La giornata è proseguita con un sopralluogo alla scuola primaria di via Romolo Balzani, quindi con un pranzo al Centro Sociale per anziani “Cassia”. Nel pomeriggio Verdone ha visitato il cantiere della rete fognaria di Tragliatella e ha incontrato i cittadini di via Zubiena.

Verdone e le comunità

«Credo che le periferie sono il laboratorio di tante idee, di tanta creatività. Sono degli spazi importantissimi e non si deve parlare di degrado, si deve parlare semmai dei disuguaglianze. Perché se tu dici a uno che sta nel degrado lo offendi e invece disuguaglianza è la parola giusta. E bisogna puntare molto sui giovani e sulle comunità tante stanno facendo del bene a livello culturale e quindi andiamo là dove c’è bisogno di dare speranza soprattutto e spinta alle comunità».

Rientrato in Campidoglio, il sindaco per un giorno ha preso posto nello scranno del primo cittadino per una seduta straordinaria dell’Assemblea capitolina, al termine della quale ha restituito la fascia tricolore ricevendo da Gualtieri la Lupa Capitolina, massima onorificenza della città. Una giornata simbolica, tra emozione e partecipazione, dedicata a Roma e al suo legame speciale con uno dei suoi interpreti più amati.

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