Nella cornice solenne del Centro Congressi “La Nuvola”, l’Europa si stringe attorno all’Ucraina. È qui che prende forma, con parole e impegni concreti, la volontà di ricostruire un futuro di pace e libertà per una nazione martoriata. Questa mattina ha preso il via la Conferenza per la Ripresa e la Ricostruzione dell’Ucraina (URC2025), non solo un appuntamento diplomatico ma un segnale politico, umano e culturale.
Italia e Ucraina rafforzano la loro collaborazione con l’obiettivo comune di ricostruire un futuro di pace, libertà e sviluppo. Il sostegno italiano si conferma solido e concreto, puntando su cooperazione, investimenti e solidarietà. Un impegno condiviso per superare la crisi e costruire una nuova prospettiva europea.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, accolto con calore e rispetto, ha richiamato l’attenzione sulla brutalità degli attacchi russi, sulle notti scandite da droni e missili. «Il piano di Putin è fallito» ha detto la premier Meloni. Poi ha invitato le imprese italiane a non temere l’investimento in Ucraina. «Ricostruire è un dovere morale, un’opportunità storica. Come l’Italia del dopoguerra, anche l’Ucraina può rinascere». E lo farà, con l’Europa al suo fianco. «Nazioni, organizzazioni internazionali, istituzioni finanziarie, autorità locali, settore imprenditoriale e società civile: insieme abbiamo assunto impegni con la conferenza di oggi per oltre 10 miliardi di euro, per ricostruire una nazione martoriata dalla guerra».
«L’Ucraina non è da sola, vogliamo sostenere la vostra libertà, la vostra indipendenza. Vogliamo essere protagonisti della ricostruzione del suo Paese, presidente Zelensky». Cosi ha introdotto il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
«La nostra solidarietà continua a tutti i livelli su tutti i fronti, dal punto di vista militare, da quello finanziario e anche da quello politico», ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che ha annunciato il più grande fondo azionario a livello globale per sostenere la ricostruzione. «Un fondo che darà il via agli investimenti nei settori dell’energia, dei trasporti, delle materie prime critiche e delle industrie. Sono particolarmente soddisfatta del fatto che lo stiamo costruendo insieme a Italia, Germania, Francia, Polonia e alla Banca europea. Un miliardo di euro come supporto micro-finanziario, tre miliardi di euro dalla “Ukraine Facility”, uno strumento di sostegno creato in ambito europeo e, in aggiunta, garanzie in grado di liberare dieci miliardi di investimenti» per la crescita dell’Ucraina.
Al centro dei lavori
Investimenti, cooperazione industriale, tutela del patrimonio culturale e sostegno alle riforme. Oggi e domani 11 luglio con circa 5mila partecipanti, fra cui circa 100 delegazioni governative e 40 di organizzazioni internazionali, incluse le principali banche di sviluppo, 2mila aziende e rappresentati di autonomie locali e società civile, oltre 500 giornalisti accreditati.

Si tratta del più importante momento internazionale dedicato a ripresa, ricostruzione e modernizzazione dell’Ucraina. Alle quattro principali aree di lavoro si affiancherà una importante dimensione culturale e di tutela del patrimonio nelle aree di conflitto.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha accolto i capi di Stato e di Governo dalle 10. Dopo la foto di famiglia con tutti i rappresentanti presenti, ha aperto ufficialmente alle 10.30 la conferenza, con un intervento nella sessione plenaria.

Il vice premier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha iniziato alle 8.30 la specifica Conferenza dei donatori dell’Ucraina, momento di confronto sui finanziamenti per la ripresa del Paese. Alle 12.30 il Forum sulla ripresa, con decine di panel tematici e relatori istituzionali. Alle 13.30 ha incontrato, insieme ai vertici delle agenzie del Sistema Paese, le principali imprese italiane partecipanti. Per tutta la durata dei lavori avrà poi una fitta agenda di incontri bilaterali con i suoi omologhi presenti a Roma.

Le dichiarazioni del ministro degli Esteri Antonio Tajani: «L’Ucraina non è da sola, l’Italia è pronta a fare la sua parte»
«Orgogliosi di ospitare questa conferenza che per noi è davvero importante. Abbiamo voluto ospitare questo evento perché crediamo nell’Ucraina. Questo vertice, non è solo di natura economica, vogliamo anche inviare un messaggio chiaro: l’Ucraina non è da sola vogliamo sostenere la vostra libertà, la vostra indipendenza. Vogliamo essere protagonisti della ricostruzione del suo Paese, presidente Zelensky». Cosi ha introdotto Tajani.
«Questo evento nella nostra Capitale a dimostrazione della grande unità tra Paesi liberi, tra imprese private per far sì che all’Ucraina arrivasse un concreto sostegno per ricostruirla dopo un ingiusto e vergognoso attacco che subisce ogni giorno, anche questa notte ci sono stati attacchi, non contro le forze armate ucraine ma contro popolazione civile, contro la città di Kiev. Questo è veramente inaccettabile. Noi lavoriamo per la pace, vogliamo costruire la pace e vogliamo che il popolo ucraino non soffra più».
Per questo motivo «abbiamo voluto chiamare a raccolta tante imprese e sono lieto che tantissimi abbiano accettato. Oggi sono circa 500 le imprese italiane qui presenti a dimostrazione che il settore privato accanto alle istituzioni è pronto a fare molto per difendere l’Ucraina. Non è una questione che riguarda solo gli ucraini è una questione che riguarda tutti quanti noi, riguarda la democrazia. È importante essere protagonisti della fase della ricostruzione, appena, ci auguriamo il prima possibile, sia conclusa questa incredibile guerra che è iniziata in violazione di tutte le regole del diritto internazionale».
«Vogliamo però che la ricostruzione avvenga anche a guerra in corso perché il popolo ucraino non può essere privato di infrastrutture fondamentali come le reti elettriche o altre fondamentali infrastrutture per procedere nella vita quotidiana e affrontare, come affrontato con grande coraggio, in generale l’inverno».
«Grazie alla forza del popolo ucraino la libertà in quel paese insiste ed esiste ancora. Ecco noi vogliamo insieme dare un messaggio di amicizia, un chiaro messaggio di sostegno: l’Italia è pronta a fare la sua parte. Ringrazio tutti quanti coloro che hanno accettato di partecipare a questo evento. Potremo fare molto investiremo molti miliardi. Faremo tutto ciò che nelle nostre possibilità per garantire la libertà del Popolo ucraino».
La parola poi è passata al presidente del Consiglio della Repubblica Italiana Giorgia Meloni per il discorso inaugurale di questo importante evento.

Meloni agli imprenditori: «Il piano della Russia è fallito. Ricostruiamo l’Ucraina, non abbiate paura di investire»
«Una partecipazione così ampia, a cosi alto livello trasmette al mondo un messaggio estremamente importante, dice che ognuno di noi è qui per fare la sua parte, per un obiettivo comune che guarda oltre l’insopportabile, l’ingiustizia che da più di tre anni viene inflitta al popolo ucraino. E sapere immaginare ora una Ucraina ricostruita, libera, ci spinge a raggiungere questo scopo non solo aiutandola a difendersi, portando avanti ogni sforzo per arrivare alla pace, come stiamo facendo, ma anche soprattutto sapendo immaginare il dopo, interrogandosi su come ricostruire quello che è stato distrutto. Strade, ponti, scuole, chiese, ospedali. E questo è il messaggio che vogliamo ribadire con forza oggi: la Russia incrementa gli attacchi contro i civili, colpisce le infrastrutture indispensabili per la popolazione perché il disegno è lo stesso dall’inizio della guerra, tentare di piegare gli ucraini con il buio, con il freddo, con la fame e con la paura: questo piano come altri è fallito. È fallito in primo luogo perché tutti hanno imparato quanto gli ucraini siano molto più tenaci di ogni aspettativa ed è fallito perché la comunità internazionale si è schierata contro questo scempio».
«Penso dovremo tenere conto di chi ha fatto tutto ciò che poteva per impedire questa barbarie e chi invece non l’ha fatto. Ed è per questo che, come è scritto anche nella dichiarazione dei ministri delle Finanze del G7, noi vogliamo lavorare con l’Ucraina anche per non consentire che della ricostruzione possano beneficiare anche quelle entità che hanno contribuito a finanziare la macchina da guerra russa».
«Abbiamo visto un video molto emozionante e la voce narrante diceva ‘We believe that together We can’t stop The darkness and will the strong future’. Ed è esattamente quello che intendiamo fare, fermare l’oscurità, costruire un futuro forte, un futuro all’altezza di una nazione, fiera e orgogliosa come l’Ucraina, una nazione che nonostante le bombe, nonostante gli attacchi contro le infrastrutture strategiche, nonostante gli sfollati, le vittime, i bambini strappati dalle loro famiglie, continua ad avere un’economia e viva un’economia resiliente».
«Il popolo ucraino ha guardato dritto negli occhi il proprio nemico e ha scelto di combattere e non ha scelto di combattere perché ama il conflitto, ha scelto di combattere perché ama quello che sta difendendo, perché sa vedere oltre quel conflitto, è questo che ha permesso all’Ucraina di continuare a vivere, a produrre, a innovare, a cercare una luce anche nell’oscurità più profonda».
«Il nostro compito è aiutare l’Ucraina e lo faremo, scriviamo questo nuovo capitolo della sua storia, per amore di giustizia e come monito per il futuro e l’Italia intende per questo e su questo giocare un ruolo da protagonista. E può farlo non solo per la costanza e la chiarezza con le quali fin dall’inizio si è schierata dalla parte giusta della storia, senza mai tentennare, ma anche perché il suo solido e straordinario tessuto produttivo ha tutte le carte in regola per generare un moltiplicatore di investimenti in un moltiplicatore di opportunità perché la sfida che abbiamo di fronte richiede certamente il massimo sforzo da parte delle Nazioni, dei governi, delle istituzioni multilaterali e finanziarie».
«Ma è una partita che noi possiamo vincere solo se riusciremo a contare su una robusta mobilitazione dei capitali privati, sullo spirito imprenditoriale delle aziende, sulla loro capacità di attrarre investimenti, l’entusiasmo, il dinamismo che le nostre imprese hanno dimostrato e stanno dimostrando, il genio e la creatività che tutto il mondo riconosce. Il sistema Italia può fare la differenza, è un impegno che trova oggi concretezza negli accordi con alcune tra le nostre principali aziende: Leonardo, Enel Terna, Snam, Ferrovie. Ne sto citando solamente alcune che sottoscriveranno con le omologhe aziende ucraine iniziative concrete focalizzate su progetti strategici, capaci di disegnare un cambiamento reale restituendo il segno di un impegno corale del nostro sistema produttivo, un impegno che si muove ovviamente parallelamente a quello che è stato messo in campo dal governo, dalle istituzioni, nelle loro diverse articolazioni».
Le intese, i fondi, le opportunità
«Questa conferenza ci offre ovviamente l’opportunità di sottoscrivere numerose intese. Uno degli ambiti principali sui quali noi abbiamo voluto concentrare la nostra attenzione riguarda la creazione di nuovi strumenti, di nuovi meccanismi finanziari che possano accompagnare il lavoro delle aziende, fare da moltiplicatore. Sono per questo felice di annunciare il contributo determinante dell’Italia alla nascita di un nuovo Fondo Equity a livello europeo e il messaggio che vogliamo lanciare oggi agli imprenditori è semplice: non abbiate paura di investire, di costruire, di ricostruire in Ucraina perché investire sulla ricostruzione dell’Ucraina non è un azzardo, è invece un investimento in una nazione che ha dimostrato più resilienza di qualsiasi altra ma è anche un investimento sulla pace, sulla crescita economica dell’Europa intera, sulla sicurezza dei nostri cittadini».
Poi gli imprenditori dice: «Siamo al vostro fianco, insieme alle istituzioni finanziarie e realtà come Sace, Simest o Cassa depositi e prestiti, che sostengono l’internazionalizzazione delle imprese per mettervi nelle condizioni migliori per poter operare non solo sul fronte delle assicurazioni, che sono necessarie per chi investe contro i rischi derivanti dal conflitto, ma anche per esplorare nuove opportunità in ambiti strategici dall’agricoltura green fino alla meccanica avanzata, l’industria chimica e i trasporti».
«Investire in Ucraina è un investimento su noi stessi perché piaccia o no quello che accade in Ucraina riguarda ciascuno di noi. Penso che per questo dobbiamo essere orgogliosi del risultato che oggi raggiungiamo tutti insieme. Nazioni, organizzazioni internazionali, istituzioni finanziarie, autorità locali settore imprenditoriale, società civile, insieme abbiamo assunto impegni con la conferenza di oggi per oltre 10 miliardi di euro ma per ricostruire una nazione martoriata da guerra».
«Non bastano i soldi, gli ingegneri, gli architetti o gli operai. C’è bisogno di qualche cosa di più e quel qualche cosa di più è il sentimento che il popolo ucraino, più di tutti ha dimostrato di conoscere: l’amore di Patria, l’amore per la libertà, la volontà di garantire ai propri figli un futuro di prosperità, di benessere. Senza l’amore di Patria tutto quello che noi facciamo perde di senso, non è un caso che l’Italia abbia scelto di occuparsi di alcuni dei simboli, dei luoghi che compongono il mosaico identitario della nazione. In Ucraina quel luogo è Odessa e quei simboli sono la Cattedrale della Trasfigurazione, la Filarmonica, il Museo delle Belle Arti, gemme di un patrimonio culturale splendido che ci appartiene come europei e che come europei vogliamo proteggere perché possa essere consegnato a chi verrà dopo di noi».
«Il cammino della ricostruzione non sarà facile, sarà certo un cammino pieno di insidie ma è anche un cammino che porta con sé incredibili opportunità e gli italiani lo sanno forse meglio di chiunque altro. Sanno comunque molto bene quello di cui sto parlando, perché noi siamo quel popolo che sulle macerie della seconda guerra mondiale ha costruito il miracolo economico degli anni sessanta. Anche la nostra allora era una Nazione distrutta che affrontava difficoltà enormi eppure ce l’ha fatta, si è rialzata con determinazione con orgoglio con operosità, è diventata la potenza economica industriale che oggi tutti conoscono e mi piace pensare che questa conferenza possa essere il punto di partenza per il miracolo economico dell’Ucraina. Costruiremo quel miracolo insieme, per voi, per noi, perché ogni scuola, ogni ospedale, ogni campanile, che ricostruiremo sarà un pezzo di noi stessi che avremo ricostruito, un pezzo d’Europa che gli consegneremo alla storia e ai nostri figli».
Con queste parole si sono aperti ufficialmente i lavori a Roma. La parola poi è passata al presidente Ucraino Zelensky.
Zelensky: «Putin ha respinto ogni proposta di pace. Ha solo due veri alleati, il terrore e l’inverno. E dobbiamo rispondere ad entrambi»

«Grazie a tutti per l’attenzione che rivolgete all’Ucraina, alle necessità dei nostri cittadini anche per la responsabilità condivisa di fare tutto quello che è necessario per proteggere vite umane. Anche la Russia si è preparata per questo incontro, infatti ieri sera hanno lanciato un altro attacco massiccio contro l’Ucraina che aveva come obiettivo soprattutto la capitale Kiev. L’attacco è stato portato avanti con armi russe e iraniane e questo ha causato ulteriore distruzione nel paese. Gli ucraini adesso devono affrontare centinaia di attacchi portati avanti con i droni e questo succede ogni notte. Si tratta di puro e semplice terrorismo. La notte prima della scorsa sono stati lanciati 700 tra droni e missili, ieri sera invece questo numero è sceso a 400. Cercano di attaccarci il più spesso possibile ed è esattamente quello che vuole Putin, vuole che i nostri cittadini soffrano, scappino dall’Ucraina, vuole distruggere le case, gli ospedali, le scuole, vuole distruggere ogni traccia di vita che c’è nel Paese, non solo lungo le linee del fronte».
La finta pace
«Ricordate come appena un anno fa molte persone pensavano che la Russia volesse una pace vera, un dialogo vero, delle trattative vere, il cessate fuoco sarebbe stato possibile ma era tutta parte di una campagna di propaganda che voleva promuovere il messaggio che era l’Ucraina che non voleva la pace, ma abbiamo rispedito il messaggio al mittente perché la Russia non si stava affatto preparando per la pace. Adesso è evidente a tutti che Putin ha respinto ogni proposta di pace che gli è stata presentata e anzi non fa altro che far aumentare la violenza».
La difesa e gli investimenti
«Alcuni sono riusciti ad attraversare le nostre difese ed è per questo che dobbiamo concentrarci sul fermare i missili e i droni russi. Questo significa che c’è bisogno delle maggiore forniture per la nostra difesa aerea così come maggiori investimenti per sistemi avanzati di difesa, per avere i nostri droni e tutti dovremmo avere un ruolo in tutto questo, aumentare gli investimenti quando la Russia aumenta i propri attacchi. Non possiamo permetterci di avere una mancanza di fondi per la produzione di droni. Molti paesi e centinaia di aziende sono presenti a questa conferenza oggi e dobbiamo raggiungere il punto in cui l’auto difesa dell’Ucraina, il dipartimento che produce i droni venga sostenuto dalle spese militari del nostro paese. C’è bisogno anche di aziende che vengono dall’Europa, dagli Stati Uniti e altre parti del mondo. Per favore rivolgetevi ai nostri team di esperti per i dettagli perché l’Ucraina aspiri a una delle tecnologie di droni più avanzate al mondo sia per la difesa difensiva che per l’offensiva».
«Siamo pronti a condividere la nostra esperienza il nostro sapere con i nostri partner. L’Ucraina ha bisogno di investimenti ha bisogno della tecnologia così come ne avete bisogno voi. Avete bisogno delle nostre competenze, quindi proteggere l’Ucraina per voi significherà anche proteggere voi stessi».
La coalizione efficace
«Sono grato a tutti i Paesi che sono parte della coalizione che sostiene la difesa Ucraina. Abbiamo creato una coalizione davvero efficace che tiene insieme tante realtà diverse e questo ha permesso di costruire nuovi droni ci ha permesso di mantenere le posizioni sulle linee del fronte, penetrare più profondamente in Russia e voglio ringraziare tutti i membri di questa coalizione grazie alla quale l’Ucraina ha avuto la possibilità di costruire nuovi mezzi di difesa aerea. E tutto questo è stato fatto in tempi record. Nessun altro paese è riuscito a passare dagli aerei dell’epoca Sovietica agli F-16 così rapidamente».
«Voglio sottolineare anche che la coalizione ha fatto molto per restituirci i nostri bambini ucraini, rapiti dai russi. Si tratta di uno sforzo collettivo a livello mondiale che coinvolge i Paesi che vanno dall’Italia al Canada. Voglio ringraziare davvero tutti, infatti proprio ieri ho parlato con il Papa con il Santo Padre riguardo a come il Vaticano può sostenere questa iniziativa per riportare a casa i nostri bambini. Continueremo questa conversazione nel corso della giornata perché dobbiamo esplorare ogni possibilità per riportare a casa i nostri bambini per restituirle le loro famiglie, per restituirle all’Ucraina in modo che non dimentichino chi sono».
«Anche per evitare che questi bambini vengano utilizzati nella guerra contro l’Ucraina quando saranno delle persone adulte. Queste sono minacce serie, dobbiamo affrontarle insieme proprio come questa coalizione sta facendo adesso. Dobbiamo costruire un’altra coalizione, una coalizione per la ripresa e il rilancio dell’Ucraina. Facciamo che questo sia il momento in cui questa coalizione può nascere sappiamo che cosa ci vorrà per ricostruire l’Ucraina. Sappiamo che la Russia vuole distruggerci ma conosciamo i nostri cittadini, vogliamo salvare le vite dei nostri cittadini».
«C’è bisogno di un approccio sistematico, una coalizione che abbia una leadership chiara che coinvolge Paesi e aziende che possano effettivamente guidare, che possano stabilire un esempio da seguire. Dobbiamo mettere appunto un piano di rilancio che può essere modellato sul piano Marshall che è servito per ricostruire l’Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale ed è per questo che da allora l’Europa può godere della pace e della crescita economica che conosciamo ormai da decenni. Adesso c’è davvero una opportunità di far nascere una nuova scintilla di progresso. Abbiamo bisogno di un approccio in stile piano Marshall e dovremmo svilupparlo insieme per ricostruire l’Ucraina».
«Putin ha solo due veri alleati il terrore e l’inverno. E dobbiamo rispondere ad entrambi. Quindi facciamo tutto quello che è in nostro potere per garantire questa pace, una pace reale. E cerchiamo di farlo il prima possibile».
Successivo l’intervento della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen: «Più investimenti e armi all’Ucraina, rilancio anche per l’industria della difesa europea»

«La nostra solidarietà continua a tutti i livelli su tutti i fronti, dal punto di vista militare, da quello finanziario e anche da quello politico. Le forze armate ucraine hanno fatto quello che molti ritenevano impossibile, sono riusciti a raggiungere le linee del fronte, sono riusciti a contenere i russi e sono riusciti anche a ricacciarli indietro. Questo è uno sforzo bellico davvero impressionante. L’Ucraina ha dovuto trarre vantaggio dalla tecnologia militare che aveva a disposizione ma la Russia ha continuato, ha aumentato le sue risorse. Questa è una guerra fatta proprio di risorse, di sistemi di difesa che sono in competizione tra loro ed è anche una guerra di valore quindi dobbiamo continuare ad investire sui sistemi di difesa per l’Ucraina, sulla tecnologia militare e quindi il nostro piano sarà fondamentale e renderà disponibili le risorse necessarie, lo spazio fiscale per garantire un aumento della capacità militare dell’Ucraina».
Gli investimenti per la difesa dell’Europa e dell’Ucraina
«Inoltre non farà altro che rilanciare gli investimenti nella industria della Difesa Ucraina. Però ci dobbiamo anche organizzare per garantire che le necessità degli Stati membri e dell’Ucraina possano effettivamente essere soddisfatte ed è per questo che dobbiamo lavorare con degli strumenti sicuri. Dobbiamo creare un meccanismo per mettere insieme tutte queste risorse come ha detto Zelensky. L’Ucraina ha dei sistemi, degli armamenti molto all’avanguardia, può raggiungere risultati importanti a costi molto bassi ed è esattamente quello di cui abbiamo bisogno nell’Unione Europea».
«Come detto l’industria della Difesa Ucraina opera soltanto al 60% della sua capacità, del suo potenziale. I nostri Stati membri possono prendere dei prestiti per la sicurezza e possono acquistare direttamente dall’industria per la difesa ucraina e per la nostra. Per gli Stati membri significherebbe avere una tecnologia avanzata ed economica. Questo metterebbe a disposizione degli introiti per l’Ucraina che possono essere utilizzati per rafforzare la difesa. Da quando c’è stata l’invasione su ampia scala l’Europa è rimasta al fianco dell’Ucraina, è stato il donatore più grande e continuerà ad esserlo».
Questa sera
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella rivolgerà nella serata un indirizzo di saluto ai partecipanti. A seguire, i ministri della Cultura italiano Giuli e ucraino Tochytskyi inaugureranno una mostra al Museo delle civiltà.
Alla realizzazione dell’evento ha lavorato una task force appositamente istituita presso la Farnesina che, sotto la guida del ministro Tajani, ha coordinato l’attività delle varie amministrazioni coinvolte. La URC25 vedrà impegnata la quasi totalità dei ministri di Governo, a cui si affiancheranno i vertici di Regioni ed enti locali, della Banca d’Italia e delle principali autorità amministrative indipendenti.