Rob Reiner, 78 anni, uno dei registi e produttori più influenti di Hollywood, è stato trovato senza vita insieme alla moglie Michele Singer, 68 anni, nella villa in cui abitava a Brentwood, quartiere elegante di Los Angeles.
Secondo quanto riferito dai media statunitensi, i corpi presentavano ferite compatibili con l’uso di un coltello. La polizia locale ha aperto un’inchiesta per duplice omicidio.
A lanciare l’allarme sarebbe stata una persona non identificata nel primo pomeriggio, intorno alle ore 15:30, di domenica 14 dicembre. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco di Los Angeles, seguiti dalla polizia.
Non sono stati riscontrati segni di effrazione all’interno dell’abitazione. Secondo indiscrezioni dei media statunitensi, i sospetti si sono indirizzati sul figlio Nick, 32 anni, con un passato segnato da problemi di dipendenza e instabilità.
In conferenza stampa, però, il vice capo della polizia, Alan Hamilton, ha precisato che «molti familiari saranno ascoltati, ma nessuno è stato fermato e nessuno è stato interrogato in qualità di sospettato». Al momento non risultano arresti né persone ricercate. La causa ufficiale della morte sarà stabilita dall’ufficio del coroner di Los Angeles.
La famiglia, tramite un portavoce, ha diffuso una nota: «È con profondo dolore che annunciamo la tragica scomparsa di Michele e Rob Reiner. Siamo distrutti da questa perdita improvvisa e chiediamo rispetto e privacy in questo momento estremamente difficile».
Regista, attore, produttore e sceneggiatore, Reiner è stato uno dei rari autori capaci di attraversare con successo generi diversi: dalla commedia romantica al dramma giudiziario, dal film di formazione all’horror psicologico, dalla satira alla favola cinematografica.
La sua filmografia è un mosaico di storie che hanno segnato la cultura popolare. Dagli esordi con “This Is Spinal Tap” (1984), ironico mockumentary che satirizzava il mondo del rock, al capolavoro di formazione “Stand by Me – Ricordo di un’estate” (1986), tratto da un racconto di Stephen King, Reiner dimostrò subito la sua capacità di raccontare con profondità e leggerezza insieme. “La storia fantastica” (1987) trasformò il cinema fantastico in un’avventura senza tempo, mentre “Harry, ti presento Sally…” (1989) divenne l’archetipo della commedia romantica moderna, con dialoghi destinati a entrare nella memoria collettiva.










