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Rino Gattuso, la presentazione del nuovo ct della Nazionale: «Si avvera un sogno. Ora a lavoro»

Comincia l’era di Rino Gattuso alla guida della Nazionale di calcio maschile. Questa mattina alle 11, il nuovo ct si è presentato alla stampa. «Un sogno che si avvera – ha detto – e spero di essere all’altezza. So che non è facile ma nella vita di facile non c’è nulla. Sappiamo che c’è tanto da lavorare ma c’è anche la consapevolezza di dover fare un grande lavoro»

La conferenza stampa è in corso con le domande dei giornalisti ma per Gattuso «C’è poco da dire e tanto da lavorare, da andare in giro, riuscire a tramettergli cose positive. Sento dire che da anni non abbiamo talento, penso che invece ci sia ma bisogna mettere i giocatori nelle migliori condizioni possibili affinché possano esprimerlo. Spero di fare un bel lavoro e l’obiettivo è riportare l’Italia al Mondiale perché per noi e per il nostro calcio è fondamentale».

In conferenza stampa, il presidente della Figc, Gabriele Gravina, e il capo delegazione azzurra, Gigi Buffon.

«La sua scelta – spiega Gravina – è stata condivisa e per questa ringrazio anche Buffon, il suo ruolo è stato determinante per definire il progetto che ora presenteremo. È stata una scelta condivisa per l’uomo e per il tecnico perché siamo convinti delle sue qualità di allenatore. Conosce molto bene il calcio italiano, la mentalità dei calciatori e la pressione mediatica. È stata una scelta convinta, non solo di cuore».

Qualche istante prima di dare parola al nuovo ct il presidente Gravina ha parlato anche del progetto Prandelli «che sarà supportato da due ex campion del Mondo come Perrotta e Zambrotta. Caleranno l’idea di sviluppare nel nostro calcio le abilità tecniche dei nostri calciatori. Supporto tecnico a tutto il Club Italia. Questo rappresenterà un ulteriore progetto che viaggerà in maniera autonoma ma parallela a quello del commissario tecnico. In questa visione unica collaborerà con Rino anche Leonardo Bonucci insieme a Andrea Barzagli. Ci siamo rivolti a coloro che di fatto hanno una loro identità ma conoscono anche la maglia azzurra».

Quando Gattuso è diventato ct, la scorsa domenica, una delle prime telefonate che ha ricevuto è stata quella di Marcello Lippi che dopo avergli fatto i complimenti e gli avrebbe parlato di due cose che al momento non sono state divulgate alla stampa. «Quello che ha detto non posso dirlo perché non è corretto… Quello che era riuscito a creare in quello spogliatoio è l’obiettivo primario. Riuscire ad avere quel senso di appartenenza, vedere i giocatori che vengono a Coverciano col sorriso, che stanno bene. Spero di riuscire a fare qui quello che ha fatto Marcello».

«Questo è un lavoro totalmente diverso rispetto al lavoro in un club, ma il calcio è la mia vita», ha continuato Gattuso, «la quotidianità sarà diversa, spero di non stressare i colleghi della serie A o all’estero. L’obiettivo è andare a vedere gli allenamenti, parlare con loro, vedere le partite. Treni, aerei e via a vedere i giocatori per fare le scelte migliori».

Una emozione grande condivisa soprattutto con i propri genitori e la famiglia. Ed è proprio una famiglia quella che vuole creare il nuovo mister con la squadra. «Le prime parole che dirò ai miei giocatori? Creare una famiglia, dirci le cose in faccia. In campo le difficoltà ci sono in qualsiasi momento ed è quando ti senti solo e non senti la voce del compagno di incoraggiamento è dura e 90 minuti diventano interminabili. Questo aspetto dobbiamo cambiare. Dire le cose che a volte qualcuno non vuole sentire. Solo così si può crescere».

Già specifico e tecnico ha parlato di moduli in campo. «In questo momento il nostro campionato dice che abbiamo un 40% di squadre che giocano a 3 e un 60% a quattro dietro. Ma non è una questione di moduli, bisogna mettere i giocatori al posto giusto. In questo momento bisogna mettere in campo una squadra a cui piace stare nella metà campo avversaria, metterli in grado di creare e di fare male agli avversari. Poi se giocare a 3 o a 4… È come far male agli avversari che ci deve interessare».

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