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Riarmo, il voto spacca gli eurodeputati e nel Pd è caos: Decaro al posto di Schlein?

Nichi Vendola torna in piazza, sabato prossimo a Roma, con la bandiera arcobaleno, per contestare il piano di riarmo europeo approvato due giorni fa dal Parlamento di Strasburgo: «È una truffa, è un crimine», urla l’ex governatore pugliese che si appresta oltre sfilare in corteo anche a ricandidarsi al consiglio regionale della Puglia il prossimo autunno alla guida delle liste di Alleanza verdi e sinistra. Un ritorno in campo, con ogni probabilità, al fianco di Antonio Decaro, lo stesso che, nella sua veste di europarlamentare, sempre mercoledì ha votato a favore del ReArmEu proposto dalla presidente della commissione europea Ursula Von der Leyen. Un voto, quello dell’ex sindaco di Bari, in contrasto con la linea ufficiale del Pd indicata dalla segretaria Elly Schlein che aveva chiesto ai suoi di astenersi. Decaro, invece, insieme ad altri nove si è dichiarato a favore del riarmo.

I Cinque Stelle

L’esatto contrario di Vendola, ma anche dei Cinquestelle, anch’essi in predicato di entrare in coalizione con il centrosinistra per le regionali. Infatti, sia Mario Furore che Valentina Palmisano, europarlamentari pentastellati pugliesi, sono stati tra i più attivi a manifestare nel cortile dell’Eurocamera, insieme al presidente Giuseppe Conte, contro il pacchetto di riarmo e di conseguenza hanno votato contro.

Il centrodestra

Le divisioni e i voti diversi non sono esclusiva del centrosinistra. Nel centrodestra gli europarlamentari pugliesi, Francesco Ventola, Michele Picaroe Chiara Gemma di Fratelli d’Italia hanno votato a favore del piano, anche se si sono astenuti sulla mozione in difesa dell’Ucraina, nonostante uno dei maggiori leader di FdI in Puglia, Raffaele Fitto, sia vicepresidente esecutivo di quella Commissione che ha redatto il piano e la mozione. Gli altri due partiti di centrodestra, Forza Italia e Lega, non hanno eletti in Puglia, ma i loro europarlamentari, compresi quanti hanno preso voti in Puglia come il leghista Aldo Patriciello, si sono espressi a favore, i forzisti, e contro quelli del Carroccio.

Il caos nel Pd

Intanto, con la divisione del gruppo del Pd si accende il dibattito all’interno del partito con la richiesta di «un chiarimento necessario», come afferma il senatore Francesco Boccia, mentre si alzano critiche dall’area riformista sulla scelta di Schlein di «inseguire i Cinque Stelle». Tanto che è ripresa a circolare, dopo l’esplicita richiesta del padre nobile Luigi Zanda, l’ipotesi di «un congresso straordinario».

un’eventualità che potrebbe riportare al centro della discussione nazionale proprio Decaro, indicato fino a pochi mesi fa uno dei più accreditati alla successione dell’attuale inquilina del Nazareno. Per questo, per smorzare sul nascere critiche sempre più aspre alla segreteria, lo stesso Boccia ha assunto il ruolo di sherpa: «Mi auguro che in vista del Consiglio europeo della prossima settimana il Pd esprima una posizione unitaria».

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