Diplomatici del Medio Oriente e dell’Europa sono arrivati nella giornata di ieri a Riad, capitale saudita, per parlare del futuro della Siria e in particolare delle sanzioni in essere, con le potenze mondiali che stanno mettendo alla prova la stabilità del nuovo regime dopo la caduta del dittatore Bashar al-Assad. Il vertice ha visto la partecipazione di ministri degli Esteri arabi e occidentali, di rappresentanti di organizzazioni internazionali e delle Nazioni Unite ed è stato l’occasione per discutere del nuovo assetto diplomatico del Paese, delle sanzioni e del supporto internazionale alla transizione democratica in Siria.
Lo scenario
L’Arabia Saudita, la più grande economia del Medio Oriente, sta cercando di aumentare la sua influenza in Siria dopo che i ribelli guidati dagli islamisti hanno rovesciato Assad il mese scorso, affermano gli analisti. I colloqui includeranno un incontro tra rappresentanti dei Paesi arabi e un raduno più ampio che includerà anche Turchia, Francia, Unione Europea e Nazioni Unite, ha detto un funzionario saudita all’Afp. Il nuovo leader siriano Ahmed al-Sharaa, detto al Jolani, che ha guidato il principale gruppo ribelle nell’alleanza che ha rovesciato Assad, sta spingendo per l’allentamento delle sanzioni.
La sua amministrazione è rappresentata ai colloqui di Riad dal ministro degli Esteri Asaad al-Shaibani. Le potenze occidentali, tra cui gli Stati Uniti e l’Unione Europea, hanno imposto sanzioni al governo di Assad per la sua brutale repressione delle proteste antigovernative nel 2011, che hanno innescato una guerra civile. Il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha dichiarato lunedì scorso che avrebbe allentato l’applicazione delle restrizioni che riguardano servizi essenziali, tra cui energia e servizi igienici. Ma i funzionari statunitensi hanno anche detto di voler vedere progressi nella nuova giunta prima di un allentamento più ampio delle sanzioni.
Il ruolo dell’Europa
L’Alta rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Kaja Kallas, ha affermato venerdì che i 27 potrebbero iniziare a revocare le sanzioni se i nuovi governanti siriani prenderanno misure per formare un governo inclusivo che protegga le minoranze.
«Vedremo come alleggerire le sanzioni. Ma questo deve seguire progressi tangibili in una transizione politica che rifletta la Siria in tutta la sua diversità. L’Ue è qui per aiutare in questa transizione, dove siamo necessari e possiamo essere più utili». Il Consiglio dell’Ue ha esteso le sanzioni contro la Siria fino al 1 giugno 2025. Attualmente, 318 individui e 86 entità sono soggetti a congelamento dei beni e divieti di ingresso nell’Unione. Le sanzioni proibiscono anche la fornitura di fondi e altre risorse economiche alle persone coinvolte, direttamente o indirettamente.