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Remigration Summit, tensioni a Gallarate: “Libertà d’espressione o deriva estrema?”

A Gallarate il Remigration Summit scatena proteste. Tra scontri ideologici, il dibattito divide su sicurezza, immigrazione e libertà d’espressione. Si è tenuto questa mattina a Gallarate, in provincia di Varese, il contestato Remigration Summit, raduno promosso da movimenti dell’ultradestra europea sul tema dell’immigrazione. L’evento, organizzato al Teatro Comunale, ha attirato partecipanti da Italia, Inghilterra, Polonia…
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A Gallarate il Remigration Summit scatena proteste. Tra scontri ideologici, il dibattito divide su sicurezza, immigrazione e libertà d’espressione. Si è tenuto questa mattina a Gallarate, in provincia di Varese, il contestato Remigration Summit, raduno promosso da movimenti dell’ultradestra europea sul tema dell’immigrazione. L’evento, organizzato al Teatro Comunale, ha attirato partecipanti da Italia, Inghilterra, Polonia e Olanda, tutti uniti dalla convinzione che l’immigrazione clandestina minacci identità e sicurezza.

La convocazione è stata inviata via e-mail solo a chi aveva acquistato il biglietto, con un cambio d’orario dell’ultimo minuto: dalle 14:30 alle 9:00. Forte la presenza delle forze dell’ordine, per garantire la sicurezza vista la tensione crescente. Al summit ha fatto sentire il proprio sostegno anche il generale Roberto Vannacci, che in un videomessaggio ha definito la remigrazione «una proposta concreta, non uno slogan».

Contemporaneamente, diverse manifestazioni hanno animato Gallarate e Milano. A Gallarate circa 200 persone, sostenute dal centrosinistra, hanno dato vita a un flash mob in piazza Libertà. «È vergognoso che uno spazio pubblico sia stato concesso a chi vuole deportare milioni di persone», ha detto il senatore Pd Alessandro Alfieri.

A Milano, gremita piazza San Babila, con oltre 70 sigle tra partiti, sindacati e associazioni. Sul palco i Modena City Ramblers hanno aperto con “Bella Ciao” e non sono mancate bandiere della pace, del Pd, di Rifondazione Comunista e della Palestina. In contemporanea è partito da largo Cairoli anche il corteo dei centri sociali, aperto dallo striscione “Make Europe antifa again”.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato: «In democrazia non si deve temere nemmeno le idee forti. Il mio dovere è garantire la libera espressione del pensiero, nel rispetto della legalità». Sullo sfondo resta però acceso il dibattito tra chi parla di libertà e chi denuncia una deriva pericolosa.

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