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Regione Sardegna, la presidente Todde è salva: “decadenza illegittima” per la Consulta

La Corte costituzionale ha segnato ieri un vero “colpo di scena” nella tormentata vicenda che riguarda Alessandra Todde e la presunta decadenza da presidente della Regione Sardegna. Nessun reato penale, ma ci sarebbero presunte irregolarità amministrative legate alle spese di campagna elettorale per le elezioni del 2024 e la mancata nomina del mandatario elettorale: un…
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La Corte costituzionale ha segnato ieri un vero “colpo di scena” nella tormentata vicenda che riguarda Alessandra Todde e la presunta decadenza da presidente della Regione Sardegna. Nessun reato penale, ma ci sarebbero presunte irregolarità amministrative legate alle spese di campagna elettorale per le elezioni del 2024 e la mancata nomina del mandatario elettorale: un soggetto al quale per legge, un candidato alle elezioni può demandare la raccolta di fondi per la propria competizione regionale.

Con la sentenza n. 148, depositata mercoledì 15 ottobre, la Consulta ha stabilito che il Collegio regionale di garanzia elettorale — nel dichiarare la sua decadenza — ha “esorbitato dai propri poteri”, pronunciandosi su ipotesi non previste dalla legge come causa di ineleggibilità. Proprio il Collegio dopo la proclamazione degli eletti ha analizzato il rendiconto delle spese di campagna dove avrebbero segnalato delle possibili irregolarità nella dichiarazione delle spese sostenute.

Secondo la Corte, non spettava né allo Stato né al Collegio di garanzia imporre che “si impone la decadenza dalla carica del candidato eletto” né trasmettere l’ordinanza al Consiglio regionale affinché adottasse il provvedimento. In conseguenza, quella parte dell’ordinanza-ingiunzione è stata dichiarata annullabile.

La decisione della Consulta — come riporta anche Libero — rimescola le carte sottolineando una possibile salvezza per la governatrice. Il Collegio regionale avrebbe ecceduto poteri attribuiti solo in casi specifici di ineleggibilità, cosa che ieri la Corte ha confermato. Rimane tuttavia aperto un capitolo cruciale. La Corte costituzionale ha chiarito che non è stato investito del merito dei fatti contestati — per esempio, la mancata nomina di un “mandatario elettorale” o le irregolarità nel rendiconto — ma ha limitato la sua decisione al profilo della competenza del Collegio.

Il vero snodo sarà il prossimo 21 novembre

Il giudice civile (Tribunale di Cagliari) ha già confermato, in data 28 maggio, l’ordinanza-ingiunzione nel rispetto della sanzione pecuniaria. Rimane aperta la “riqualificazione dei fatti”, che potrà essere valutata su quel piano. Il vero snodo sarà il prossimo 21 novembre, quando la Corte d’Appello di Cagliari dovrà valutare l’appello presentato da Todde contro la sentenza che l’aveva dichiarata decaduta. Se quel ricorso venisse considerato inammissibile, scatterebbero automaticamente lo scioglimento dell’Assemblea regionale e le elezioni anticipate — uno scenario potenzialmente gravissimo per la governatrice e per il centrosinistra in Sardegna.

Sul piano politico-istituzionale, la sentenza della Consulta rappresenta una “vittoria tecnica” per Todde: le toghe costituzionali riconoscono che il Collegio di garanzia ha ecceduto i propri confini, ma non mettono la parola fine sulla questione sostanziale della sua decadenza. Ora tutto passa nelle mani dei giudici di merito.

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