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Italia, record di imprese al femminile: due città pugliesi ai vertici della classifica

Meno donne occupate, ma più dedite all’imprese. Le partite Iva in Italia sono rosa, e superano i numeri dell’Europa. Lo dice l’ultimo report della Cgia di Mestre, ebbene nel 2023, le donne italiane in possesso di partita IVA che lavorano come artigiane, commercianti, esercenti o libere professioniste ammontano a 1.610.000 (il 43% del totale delle…

Meno donne occupate, ma più dedite all’imprese. Le partite Iva in Italia sono rosa, e superano i numeri dell’Europa. Lo dice l’ultimo report della Cgia di Mestre, ebbene nel 2023, le donne italiane in possesso di partita IVA che lavorano come artigiane, commercianti, esercenti o libere professioniste ammontano a 1.610.000 (il 43% del totale delle imprese), a fronte di 1.433.100 presenti in Francia e 1.294.100 occupate come autonome in Germania. Accanto a loro ci sono anche le grandi imprese, chiaramente sono meno le donne titolari di una Spa, la percentuale delle partite Iva invece è nettamente superiore.

Si decide di mettersi in proprio in genere per vedersi garantire la flessibilità e dedicarsi dunque anche alla famiglia, ma anche per ritornare nel mondo del lavoro, magari dopo una gravidanza. E se è difficile tornare a essere dipendente allora le donne fanno da se’ e l’impresa se la creano, magari assumendo anche altre donne. E tutto questo avviene soprattutto al sud, la città che ha in assoluto una percentuale più alta di donne con partita Iva è Cagliari su un totale di 32.957 aziende, il 40% è di imprese femminili. Segue Benevento, Avellino, Nuoro.

In Puglia

I numeri della Puglia rispecchiano il quadro generale: a Bari le imprese femminili sono 27.975 su un totale di poco più di 96mila totali. A Foggia sono 16.903 su 59mila registrate. Meno a Taranto, 10.899 su 43.348. Brindisi ha una percentuale del 23% oltre 7.700 sono le ditte femminili su un totale di 33.093. Il 22 % a Lecce (14.844 quelle in rosa su 64.776 di totali).

In Basilicata

I numeri della Lucania cambiano, sono più bassi in percentuale di quelli pugliesi, a Potenza su 32.971 imprese solo 9.233 sono in rosa, a Matera ancora meno, 4.944 quelle femminili su un totale di 19.084.

Ma l’occupazione?

Paradossalmente in Italia, rispetto al resto d’Europa l’occupazione femminile è ai minimi termini, soprattutto al sud. E questo è attribuibile all’elevato carico di lavoro domestico che grava sulle spalle delle donne. Il motivo? Si è sempre investito poco nello sviluppo dei servizi sociali e della prima infanzia, penalizzando le donne in modo duplice.

In assenza di adeguati investimenti in questi ambiti non sono stati creati nuovi posti di lavoro che avrebbero potuto essere occupati prevalentemente da donne. Ed è da qui, da questa esigenza sulla flessibilità che nasce la voglia di far da se’, anche grazie ad una politica che, ad oggi, risulta vincente rispetto agli incentivi sull’imprenditoria femminile.

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