«Putin potrebbe colpire un Paese Nato entro cinque anni». Così alla vigilia del vertice Nato all’Aja, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky lancia l’allarme proprio mentre l’Ucraina subisce nuovi attacchi. A Dnipro, un raid missilistico ha causato 9 morti, tra cui bambini, e oltre 70 feriti. Colpite scuole, ospedali, treni e infrastrutture civili. A Sumy, tre persone, inclusi un bambino e due adulti, sono rimaste uccise in un attacco con droni.
La Nato, con il nuovo segretario generale Mark Rutte, ribadisce il sostegno «incrollabile» a Kiev. Ma la proposta di portare la spesa militare al 5% del PIL divide i membri. La Germania, con Friedrich Merz, avverte: «Non lo facciamo per Trump, ma per difenderci da una Russia aggressiva». Il Cremlino accusa l’Alleanza di «demonizzare» Mosca per giustificare una militarizzazione senza precedenti.
Nel frattempo, l’Ucraina dichiara di aver colpito un deposito petrolifero russo a Rostov e annuncia progressi nello sminamento: bonificato il 20% del territorio contaminato. Sul fronte europeo, l’Ue conferma il sostegno all’adesione di Kiev.