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Rai, ora la Lega spinge sui tetti pubblicitari: è ancora polemica in maggioranza

Ancora polemica fra Lega e Forza Italia dopo lo scontro sul taglio del canone Rai. Il partito di Salvini stavolta tira fuori la proposta di legge sui tetti pubblicitari per Viale Mazzini, che prevede di aumentare di un punto percentuale gli spot per la tv dello Stato, con una riduzione a cadenza annuale del canone…
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Ancora polemica fra Lega e Forza Italia dopo lo scontro sul taglio del canone Rai. Il partito di Salvini stavolta tira fuori la proposta di legge sui tetti pubblicitari per Viale Mazzini, che prevede di aumentare di un punto percentuale gli spot per la tv dello Stato, con una riduzione a cadenza annuale del canone del 20%, depositata alla Camera. «Per quello che riguarda Forza Italia mi è spiaciuto che abbia impedito di tagliare il canone. Ma il governo è unito», sottolinea il vicepremier e leader leghista, Matteo Salvini.

Le posizioni

E dal canto suo, il vice presidente del Consiglio e segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, sottolinea: «Come annunciato, non abbiamo votato un emendamento proposto dalla Lega che non era uscito dal Consiglio dei ministri per diminuire il canone Rai di 20 euro. Era una proposta che sarebbe costata alle casse dello Stato 430 milioni». E ancora: «Ma quella parte di canone vale 50 centesimi per ogni cittadino italiano all’anno – rimarca Tajani – quindi è una scelta che non avrebbe provocato nessun beneficio ai cittadini, invece quei 430 milioni noi diciamo di utilizzarli per tagliare le tasse, per ridurre l’Irpef e magari anche per aumentare le pensioni minime e per vedere se si possono ridurre le liste d’attesa. Ecco, soltanto spendere meglio e concretizzare un taglio vero delle tasse».

La proposta di legge

Di certo, la proposta di legge leghista di alzare il tetto della pubblicità per Viale Mazzini era stata definita «un pasticcio assoluto, il contrario di quello che andrebbe fatto», in occasione della presentazione dei palinsesti autunnali, dall’ad di Mediaset Pier Silvio Berlusconi. «Distrugge il mercato. Sarebbe la morte della editoria italiana, la Rai senza canone vorrebbe dire migliaia di licenziamenti. Il servizio pubblico è importante che ci sia», aveva aggiunto.

Intanto, da ambienti della tv di Stato, fanno notare che il taglio del canone previsto dalla scorsa legge di bilancio è stato compensato con circa 430 milioni di euro provenienti dalla fiscalità generale e che il canone, appunto, rappresenta una sorta di entrata fissa, mentre il finanziamento statale renderebbe in qualche modo l’azienda dipendente dalle decisioni della politica. Il dibattito resta aperto e la Lega non sembra mollare l’osso.

«Resta in campo la proposta di legge sui tetti pubblicitari che punta gradualmente a liberare gli italiani dal canone, una tassa odiata, dando – al contempo – opportunità di crescita anche ad una azienda come la Rai. È depositata e come ogni pdl, si affronterà quando ci sarà la volontà politica di farlo. La Lega è pronta, anche a trasformarla in emendamento a qualsiasi altro provvedimento», annuncia il parlamentare leghista Stefano Candiani, primo firmatario della proposta di legge.

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