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Quel museo interattivo sui giochi protetto dalle Dolomiti lucane

Albano di Lucania (in dialetto "Albánë") è un piccolo borgo in provincia di Potenza, arroccato sulla sommità del Monte san Leonardo, a 899 metri sul livello del mare, con viste panoramiche sulla valle del fiume Basento e sulle Dolomiti Lucane. Conta circa 1.400 abitanti. La storia Le origini restano avvolte nel mistero: l’assenza di documenti…
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Albano di Lucania (in dialetto “Albánë”) è un piccolo borgo in provincia di Potenza, arroccato sulla sommità del Monte san Leonardo, a 899 metri sul livello del mare, con viste panoramiche sulla valle del fiume Basento e sulle Dolomiti Lucane. Conta circa 1.400 abitanti.

La storia

Le origini restano avvolte nel mistero: l’assenza di documenti certi non permette una datazione precisa della fondazione. Tuttavia, si presume che il borgo sia nato tra l’Alto Medioevo e il periodo normanno. Le prime testimonianze documentarie risalgono al 1301, quando il feudo era in mano alla nobildonna Filippa D’Alba, da cui potrebbe derivare il nome del paese. Nel corso dei secoli, il feudo passò a diverse famiglie aristocratiche: i Pipino – tra XIV e XV secolo; i Sanseverino, potenti feudatari del Regno di Napoli, tra XV e XVI secolo; i Duchi Ruggiero che rimasero titolari fino al 1806, anno dell’abolizione della feudalità da parte di Giuseppe Bonaparte. Durante la Seconda guerra mondiale, Albano ospitò una famiglia di profughi ebrei austriaci costretti al soggiorno obbligato. Con l’arrivo degli Alleati nel 1943, la famiglia fu liberata, lasciando testimonianze di un’Italia rurale e accogliente anche nei momenti più bui.

Il centro storico

Passeggiando tra corso Vittorio Emanuele e corso Garibaldi, si respira l’atmosfera del borgo con palazzi antichi, portali in pietra scolpita, stretti passaggi e cortili che raccontano l’atmosfera autentica della vita lucana. Si può dormire in un palazzo del ‘600, con ambienti ristrutturati in stile rustico e in vari B&b.
La chiesa Matrice di santa Maria Assunta dedicata alla Madonna della Neve, è il principale edificio religioso del paese, nel cuore del centro storico. Edificata su fondamenta medievali duecentesche, è stata radicalmente ricostruita nel 1924 in stile neoclassico con elementi romanici e un imponente campanile con sei campane. All’interno, tre navate con splendidi giochi di luce dei rosoni; sedici altari (12 minori + uno maggiore); un organo del 1756; una croce processionale d’argento del XVII secolo e importanti dipinti (“Ultima Cena”, “Madonna della Neve”, “Madonna del Rosario”). La Cappella dell’Annunziata nella villa comunale, custodisce una tela seicentesca dell’Annunciazione e un pregevole altare ligneo barocco.

Il museo interattivo

Il Museo interattivo del gioco di strada è un luogo che racconta la memoria ludica del passato. Il progetto museale ha come obiettivi la ricerca, la documentazione e la valorizzazione del patrimonio ludico tradizionale, attraverso il recupero e la conservazione dei giocattoli popolari e tradizionali, dei giocattoli poveri e dei giochi di strada, destinati altrimenti a scomparire. Oltre alla collezione d’arte contemporanea sul tema del gioco, con oltre 250 opere (dipinti, sculture, grafiche, collages e tecniche miste) donate da autori italiani e stranieri, è presente una collezione etnografica di un centinaio di giocattoli della tradizione popolare della Basilicata e dalla Puglia, ma anche del Nord Italia. La maggior parte di questi oggetti è stata raccolta e donata al Museo dal suo promotore e curatore, Donato Allegretti. La collezione etnografica ultimamente si è arricchita di numerosi giocattoli tradizionali, fra cui vari zufoli di canna ed una serie di giocattoli semoventi degli anni Cinquanta del ’900, costruiti manualmente con turaccioli e coperchietti di bibite. Completano l’allestimento i giocattoli realizzati dagli alunni dell’Istituto Scolastico di Albano di Lucania, con i plessi di Brindisi Montagna e Trivigno.

Escursioni

Da programmare una visita al santuario della Madonna delle Grazie, immerso tra i boschi a circa 4 chilometri dal borgo. Realizzato in pietra viva, conserva una profonda spiritualità e un fascino rurale. Ogni anno, il pellegrinaggio culmina in una festa tra il primo e il due luglio.
Fra le architetture rupestri e siti archeologici da visitare la Grotta dell’Annunziata, antico eremo o luogo di culto risalente al VII-VIII secolo, ma anche la Necropoli di Seroto, con sepolture risalenti al IV sec. a.C.; resti di mulini (ad acqua e forse a vento); i cento Palmenti (vasche nella roccia usate per pigiatura); la Rocca del Cappello (monolite naturale di 10 metri sormontato da un masso a forma di cappello, probabilmente legato a culti pagani o a fenomeni astronomici); la Seggia del Diavolo (scultura rocciosa dalle fattezze inquietanti); infine la Rocca Molaria con incisioni simili a fiori.
Nel bosco di Cupolicchio, immerso nella natura, il parco “Naturavventura” offre da aprile a ottobre percorsi sospesi, ponti tibetani, tirolesi, tiro con l’arco, aree picnic e assistenza continua durante le attività. Si possono esplorare le Dolomiti Lucane con tour guidati in quad o con veicoli storici (Fiat Campagnola) tra paesaggi selvaggi e panorami mozzafiato.

Gli eventi

Le tradizioni locali comprendono feste patronali, come quella di san Vito, e celebrazioni per la Madonna delle Grazie. La Gran Festa d’Autunno è un evento da non perdere nell’ultimo weekend di ottobre: si celebra l’autunno tra stand gastronomici con caldarroste, piatti tradizionali, musica e spettacoli: un tuffo nei sapori di stagione. Un’eccellenza da degustare è l’olio extravergine biologico prodotto con varietà autoctone (Fasola e Tarantina), dal profumo intenso. Il nome e le etichette si ispirano alla figura folkloristica di “u munacidde”, folletto non solo lucano.

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