Dopo quasi tre ore di colloquio telefonico tra il presidente americano, Donald Trump, e il suo omologo russo, Vladimir Putin, si è arrivati a un primo accordo su un cessate il fuoco parziale di 30 giorni sugli attacchi alle infrastrutture energetiche ucraine. Un patto che sarà rispettato, se onorato anche dalla controparte, come ha sottolineato l’agenzia di stampa russa Tass. Casa Bianca e Cremlino hanno concordato di tenere durante le prossime settimane «negoziati tecnici» su una tregua marittima sul Mar Nero, fino a un dialogo per un cessate il fuoco completo e una pace permanente.
«La mia conversazione telefonica di oggi con il Presidente russo Putin è stata molto buona e produttiva – ha scritto sul suo social Truth il presidente Usa -Abbiamo concordato un immediato cessate il fuoco su tutte le centrali energetiche e le infrastrutture, con l’intesa che lavoreremo rapidamente per avere un cessate il fuoco completo e, in definitiva, la fine di questa orribile guerra tra Russia e Ucraina». Trump ha poi aggiunto che la guerra non sarebbe mai iniziata con lui alla presidenza.
I dubbi sollevati da Putin
Il capo del Cremlino, dal canto suo, ha avanzato una serie di richieste per arrivare ad una tregua completa. Il primo punto è quello più problematico. Putin ha chiesto l’interruzione dell’invio degli aiuti militari a Kiev, oltre alla condivisione delle informazioni di intelligence. Due mosse, in realtà, già previste, e poi rientrate, dal Tycoon dopo il tragico colloquio sulle terre rare alla Casa Bianca con Zelensky.
Putin ha informato Trump anche di uno scambio di 175 prigionieri russi in cambio di altrettanti ucraini previsto già nelle prossime ore. In una nota trasmessa dal Cremlino è emerso un certo nervosismo nei confronti di Zelensky. «Sono emersi gravi rischi legati all’incapacità di negoziare del regime di Kiev, che ha ripetutamente sabotato e violato gli accordi raggiunti», ha chiarito il presidente russo.
L’accordo Usa-Ucraina
Nella scorsa settimana gli Stati Uniti e l’Ucraina avevano intavolato una prima proposta di tregua, che prevedeva un cessate il fuoco, non parziale ma completo, sempre della durata di 30 giorni. Se Zelensky aveva inizialmente sposato l’idea, Putin invece aveva soltanto preso tempo, avanzando numerose questioni, che a dire il vero anche questa volta sono state presentate, forte dell’avanzata russa nel Kursk.
Le parole di Zelensky
Già nelle scorse settimane il presidente ucraino aveva rimproverato al capo del Cremlino questa sua titubanza nell’accettare l’accordo concordato dagli Usa. In queste ore, in visita ufficiale in Finlandia, ha ribadito l’appello rivolto ai Paesi europei per «il rafforzamento delle sanzioni e il coordinamento degli sforzi per una conclusione dignitosa della guerra». Riguardo al ruolo svolto dall’Europa nelle future trattative di pace con la Russia, invece, Zelensky ha chiarito.
«L’Europa deve essere presente al tavolo delle trattative e tutto ciò che riguarda la sicurezza deve essere deciso insieme all’Europa». Dal capo di gabinetto del governo di Kiev, fanno sapere, in ogni caso, che non accetteranno né una riduzione delle forze armate, né il riconoscimento di territori temporaneamente nelle mani della Russia.