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Proventi dei furti investiti in droga, retata da Milano a Bari: arrestato anche un carabiniere

Ventisei persone sono state arrestate - per altre 12 è previsto l'interrogatorio preventivo prima dell'esecuzione del provvedimento - nell'ambito di una vasta operazione antidroga condotta dal comando provinciale dei carabinieri di Rimini in tutta Italia. Tra gli arrestati c'è anche un appuntato scelto dei carabinieri di Rimini, un 60enne originario di Catanzaro. La moglie, invece,…
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Ventisei persone sono state arrestate – per altre 12 è previsto l’interrogatorio preventivo prima dell’esecuzione del provvedimento – nell’ambito di una vasta operazione antidroga condotta dal comando provinciale dei carabinieri di Rimini in tutta Italia.

Tra gli arrestati c’è anche un appuntato scelto dei carabinieri di Rimini, un 60enne originario di Catanzaro. La moglie, invece, è stata posta ai domiciliari.

Oltre 200 i militari impegnati stamattina nell’esecuzione del provvedimento cautelare emesso dalla gip Raffaella Ceccarelli su richiesta del sostituto procuratore di Rimini Davide Ercolani.

Durante le indagini sono stati individuati due distinti gruppi attivi nel traffico di quantità ingenti di stupefacenti e in furti in abitazione. Individuati anche gli autori di una rapina fatta in Riviera.

Duecentocinquanta chili di cocaina sequestrati, decine quelli di hashish.

Gli “imprenditori del crimine”

Gli indagati sono stati definiti “imprenditori del crimine“. Da novembre scorso avrebbero messo a segno almeno un furto al giorno in abitazioni della sola provincia di Rimini, ma il pericolo maggiore, secondo gli inquirenti, era rappresentato dalla potenzialità lesiva degli indagati, in totale 61, che – pur non avendole mai usate – avevano a disposizione tantissime armi, un arsenale tra fucili e pistole.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, dei reati di rapina, furti in abitazione, traffico, detenzione e spaccio di quantità ingenti di stupefacenti, in particolare cocaina.

Nell’ambito dell’indagine, a dicembre scorso, è stato catturato anche un pericoloso latitante 36enne – trovato in possesso di numerosi preziosi e oltre 100 grammi di oro -, ricercato per reati contro il patrimonio e la persona, che aveva trovato rifugio a Rimini sotto false generalità.

Anche le catture eseguite solo pochi giorni fa a Rimini, il 19 gennaio, hanno portato all’arresto di quattro cittadini albanesi, al sequestro di oltre 750 grammi di cocaina, gioielli, orologi e capi griffati per decine e decine di migliaia di euro e soprattutto al rinvenimento di 6 armi corte da fuoco (tre revolver e tre pistole semiautomatiche) e quattro fucili.

I riscontri effettuati in relazione ai furti in appartamento consumati hanno portato al recupero di ingente refurtiva sequestrata nei porti di Bari, Ancona e in quello di Durazzo, risultati ottenuti con sinergica collaborazione fornita anche delle altre forze di polizia nazionali e albanese operante negli scali, con il concorso delle due Agenzie delle dogane, della direzione centrale per i servizi antidroga e il contributo di appartenenti allo Scip (Servizio per la cooperazione internazionale di polizia) dislocati all’estero.

Il ruolo del carabiniere

Le intercettazioni, inoltre, avrebbero confermato la conoscenza dell’appuntato con la vittima di una rapina avvenuta ad agosto durante la quale era stato strappato un Rolex di valore a un uomo.

I suoi complici albanesi lo chiamavano “il maresciallo” e, secondo le indagini, il carabiniere avrebbe dato informazioni utili agli albanesi sugli spostamenti della vittima designata.

La vittima, un riminese, facendo rientro a casa la sera del 4 agosto, era stato avvicinato da due giovani che, con il volto coperto da un passamontagna, lo avevano aggredito sottraendogli un orologio di pregio del valore di almeno 45mila euro. A conclusione di complesse indagini, sono stati identificati i complici: un terzo cittadino albanese, il carabiniere e la moglie.

Secondo le indagini proprio il carabiniere con la moglie avevano organizzato la rapina in danno di un amico col quale l’appuntato aveva trascorso la serata. Mentre era col conoscente il carabiniere informava gli albanesi degli spostamenti fornendo i dettagli necessari sulla vittima.

Il militare, per l’intera durata delle indagini, è stato attentamente monitorato dagli organi investigativi dell’Arma per accertarsi che non ponesse in essere nuove condotte criminali o potesse trarre vantaggi dalla sua posizione di appartenente alle forze di polizia.

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