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Cronaca Italia

Traffico illecito di rifiuti: il presidente della Regione Molise indagato per corruzione

Corruzione è l’accusa a carico di Francesco Roberti, presidente della Regione Molise, che ha ricevuto un avviso di conclusione delle indagini preliminari nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Campobasso.

Roberti, eletto nelle fila di Forza Italia, è indagato insieme ad altre 47 persone. I fatti risalgono al periodo in cui era sindaco di Termoli e presidente della Provincia di Campobasso, tra il 2020 e il 2023.

Secondo l’accusa, Roberti avrebbe favorito alcune aziende in cambio di assunzioni fittizie e incarichi professionali per la moglie, anch’essa indagata. Le loro posizioni sono separate dai reati di stampo mafioso contestati ad altri indagati nell’inchiesta.

«Da parte mia comportamenti sempre corretti e rispettosi della legge»

«In piena trasparenza e nel rispetto delle istituzioni, comunico una notizia che mi riguarda», spiega Roberti in una nota diffusa dal suo portavoce. «Mi è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari per una vicenda che non riguarda il mio ruolo da presidente della Giunta regionale del Molise e per attività precedenti alla mia elezione», afferma, precisando «come da parte mia ci siano stati sempre comportamenti corretti e rispettosi della legge. Sono pronto a fornire alla magistratura tutte le necessarie informazioni utili a fare luce su ogni aspetto, affinché sia fatta piena chiarezza», assicura Roberti.

Il presidente del Molise avrà ora venti giorni per fornire «ogni dettaglio utile, per far sì che questa situazione possa risolversi rapidamente a conferma della correttezza del mio operato. Continuerò a svolgere il mio lavoro con la massima serietà e serenità», prosegue.

«Come sempre – dice ancora Roberti -, nutro piena fiducia nel lavoro della magistratura. Comunico, inoltre, che a seguire la vicenda ho dato mandato ai miei legali di fiducia, avvocati Mariano Prencipe e Michele Marone, i quali hanno già chiesto di essere ascoltato per ogni utile informazione finalizzata a chiudere questa situazione», conclude.

L’inchiesta sul traffico illecito di rifiuti

L’inchiesta della Dda di Campobasso, coordinata dai procuratori Nicola D’Angelo e Vittorio Gallucci, ha ricostruito un sistema criminale segnato da reati come il traffico illecito di rifiuti, la turbativa d’asta e le estorsioni, con presunte infiltrazioni mafiose nel Basso Molise. La posizione di Roberti, tuttavia, è distinta da queste contestazioni e riguarda un filone separato dell’indagine.

L’inchiesta è suddivisa in diversi tronconi. I reati contestati, a vario titolo, agli indagati (in tutto 45 persone e 2 società) sono molteplici: estorsione, traffico illecito di rifiuti, turbativa d’asta. L’inchiesta, che riguarda fatti accaduti tra il 2019 e il 2021, ha portato alla luce una serie di connessioni tra la malavita pugliese e molisana.

Nelle oltre 100 pagine dell’avviso di conclusione indagini ci sono decine di episodi legati a estorsioni, traffico di droga, traffico illecito di materiali speciali e pericolosi, tra cui l’amianto, intimidazioni e minacce tra soggetti della provincia di Foggia in contatto con esponenti della malavita locale.

Dalle carte dell’inchiesta emerge la presenza costante della malavita pugliese sulla costa molisana. Roberti non è coinvolto nei tronconi legati alla criminalità organizzata ma esclusivamente alla parte delle indagini sui casi di presunta corruzione. La chiusura delle indagini è stata firmata dal sostituto procuratore Vittorio Gallucci e dallo stesso procuratore distrettuale Antimafia Nicola D’Angelo.

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