Non c’è solo Vermiglio di Maura Delpero a rappresentare l’Italia nelle shortlist annunciate il 17 dicembre per la 97esima edizione degli Oscar. Tra i 15 cortometraggi in live action selezionati dall’Academy (dei 180 ammessi alla corsa), ce ne sono due che portano nomi italiani.
Il produttore e regista con base a Hollywood Marco Perego ha firmato Dovecote, con Zoe Saldaña e prodotto dal romano Enzo Sisti; mentre il compositore Fabrizio Mancinelli, nato a L’Aquila nel 1979 e residente a Los Angeles dal 2011, ha scritto la colonna sonora di “Anuja”.
«Al termine della proiezione di un documentario che avevo musicato, nell’estate 2023, mi si è avvicinato un ragazzo appena laureato in produzione cinematografica. Mi ha fatto i complimenti e ci siamo scambiati il contatto di Instagram».
Così è cominciata l’avventura più prestigiosa per Mancinelli, che a giugno è diventato membro dell’Academy of Motion Pictures come riconoscimento a una carriera ricca di premi e collaborazioni. Quel giovane di origini indiane, con una cascata di ricci e il sorriso buono, si chiamava Krushan Naik, e da lì a poco avrebbe preso le redini del cortometraggio di Adam J. Graves sul lavoro minorile a Nuova Delhi.
Dopo aver vinto l’HollyShorts Film Festival di Los Angeles e il New York International Short Film Festival (che qualificano per la corsa agli Oscar), “Anuja” ha incassato il sostegno di due eminenze del cinema indiano come Mindy Kaling e Guneet Monga Kapoor.
La forza di questo film di 22 minuti sta nell’interpretazione della protagonista: Sajda Pathan è una ragazzina salvata dalla strada grazie al Salaam Baalak Trust, che aiuta i bambini sfruttati della capitale indiana a studiare e immaginare un futuro diverso.
«È un progetto piccolo, ma di quelli che ti fanno stare bene, che ti ricordano perché fai questo lavoro» dice Mancinelli, che ha musicato film per i grandi Studios come Disney, Universal e Paramount e ha diretto l’orchestra per Kris Bowers su Green Book, Il Colore viola o Bob Marley: One Love.