Poste italiane e Cassa depositi e prestiti celebrano 150 anni del risparmio postale, una storia cominciata nel 1875.
Le due aziende introducono «un anniversario che affonda le sue radici nella storia economica e sociale del Paese», l’evento per celebrare i 150 anni del risparmio postale alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’evento si è svolto nella nuvola di Fuksas alla presenza di circa cinquecento sindaci, con la fascia tricolore, a sottolineare il ruolo da “sistema Paese“.
Lo stock del risparmio postale a fine 2024 ha superato i 324 miliardi di curo, 94 in libretti e oltre 230 in buoni fruttiferi. I clienti hanno sfiorato i ventisette milioni. In un Paese che conta circa 59 milioni di abitanti.
Tra i dati, tra le 132 filiali di Poste distribuite su tutto il territorio nazionale la più ricca per i depositi sui libretti è Bari con oltre 3 miliardi di euro. In questa classifica del risparmio postale, tra le primi quindici posizioni compaiono solo tre città del Nord (le venete Treviso, Padova, Venezia), tutte le altre si trovano nel Centro Sud, uno schema geografico che si ripete anche nella classifica della distribuzione dei buoni fruttiferi, in cui al primo posto troviamo sempre una città del Sud, Avellino, seguita da altre filiali del Mezzogiorno e solo tre del Nord (Treviso, Vicenza e Torino 2 Nord).
Risparmio che si intreccia con la vita delle famiglie italiane. Vite come quella – tra le storie dei “clienti fedeli” raccolte per presentare l’anniversario – di Elena Listorti, 100 anni il prossimo 6 novembre, ex direttore d’ufficio postale, che ricorda quando i buoni fruttiferi postali erano cartacei, per anni «custoditi gelosamente in scatole antimuffa», e li possiede ancora oggi che sono dematerializzati: «Ora uso quelli digitali».












