Stop del Quirinale al tentativo di inserire all’interno del Dl Infrastrutture una procedura speciale per i controlli antimafia, adottata finora soltanto in casi di emergenza, per il ponte sullo Stretto.
Il decreto vagliato dal Quirinale e inviato alle Camere è diverso da quello approvato dal Cdm. Nella versione originaria del provvedimento era stata inserita una misura legata al Ponte che centralizzava i controlli antimafia in una struttura del Viminale, diretta dal prefetto Paolo Canaparo. Dopo i rilievi del Colle, però, questo passaggio, ritenuto inopportuno da Mattarella, è stato depennato.
La norma sui controlli antimafia «non era contenuta nel testo preventivamente inviato al Quirinale, ma è apparsa poche ore prima della riunione del Consiglio dei ministri», ricorda l’ufficio stampa della presidenza della Repubblica in una nota. «La legislazione in vigore contempla norme antimafia rigorose per le opere come il ponte di Messina».
La norma proposta prevedeva invece una «procedura speciale adottata finora soltanto in casi di emergenza, come i terremoti, o di eventi speciali, come le Olimpiadi – che non risulta affatto più severa delle norme ordinarie – continua l’ufficio stampa del Colle – Basti ricordare che la procedura speciale, che veniva proposta, autorizza anche a derogare ad alcune norme previste dal Codice antimafia, deroghe non consentite dalle regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale».
La posizione della Lega
«Lavoreremo in Parlamento, in fase di conversione, per rafforzare i controlli antimafia», assicura la Lega. Il partito di Matteo Salvini si dice determinato nel «tenere una linea rigorosa, per assicurare che questo progetto strategico vada di pari passo con la lotta alla criminalità organizzata».