Il 12 dicembre 1969 una bomba esplose nella Banca Nazionale dell’Agricoltura, causando 17 morti e 88 feriti a Milano. «La strage che, 55 anni or sono, colpì piazza Fontana, fu espressione del tentativo eversivo di destabilizzare la nostra democrazia, imprimendo alle Istituzioni una torsione autoritaria. Una ferita nella vita e nella coscienza della nostra comunità, uno squarcio nella storia nazionale». Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in occasione dell’anniversario.
«Il 12 dicembre 1969 – continua Mattarella – fu una giornata in cui i terroristi intendevano produrre una rottura nella società italiana, con ordigni fatti esplodere anche a Roma, generando caos e generalizzazione della violenza. La Repubblica è vicina ai familiari delle vittime e sente il dovere della memoria»
Fu l’inizio della ‘strategia della tensione’ e dei cosiddetti anni di piombo, un periodo di grande violenza politica in Italia. Un attentato sul quale le indagini negli anni furono macchiate da depistaggi e controversie ma che ora, dopo tre processi, può essere attribuito con certezza all’organizzazione di estrema destra Ordine Nuovo.
«Seguirono tentativi di depistaggio e di offuscamento della realtà. L’impronta neofascista della strage del ’69 è emersa con evidenza nel percorso giudiziario, anche se deviazioni e colpevoli ritardi hanno impedito che i responsabili venissero chiamati a rispondere dei loro misfatti», ha aggiunto il capo dello Stato. «La pressante domanda di verità da parte dei cittadini ha sostenuto l’impegno e la dedizione di uomini delle Istituzioni, consentendo di ricomporre il criminale disegno e le responsabilità».
Piantedosi: «Attacco vile e sanguinario alla democrazia»
«Sono trascorsi 55 anni dall’attentato di piazza Fontana a Milano quando una violenta esplosione devastò la sede della Banca Nazionale dell’Agricoltura, provocando morte e distruzione. Il terrorismo stragista sacrificò vittime innocenti nel tentativo di minare le fondamenta della Repubblica e le sue libertà. Con un attacco vile e sanguinario al cuore della nostra democrazia ebbe inizio una lunga stagione terroristica a cui il nostro Paese, unito nei fondamentali valori costituzionali che lo ispirano, seppe reagire con decisione, difendendo cittadini e istituzioni dalla violenza eversiva che li minacciava», ha commentato invece il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.
«Oggi, come ogni giorno, abbiamo il dovere di farne memoria, di ricordare quanto accaduto, per consegnare al futuro l’impegno e la passione civile di tutti coloro che, in tempi bui, lottarono per custodire l’Italia libera e democratica. In questo giorno di raccoglimento e dolore rinnovo la mia solidarietà alle famiglie di chi perse la vita», ha concluso il titolare del Viminale.