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Patto sui migranti, ok a tutti i testi. Metsola: «Abbiamo mantenuto la parola»

Il Parlamento Europeo ha dato il via libera a tutti i dieci testi che compongono il patto dell'Unione Europea sull'asilo e la migrazione, durante la miniplenaria a Bruxelles. I margini di approvazione sono stati piuttosto ampi per tutti i testi. L'unico che ha avuto un passaggio più stretto è stato quello riguardante la risposta alle…

Il Parlamento Europeo ha dato il via libera a tutti i dieci testi che compongono il patto dell’Unione Europea sull’asilo e la migrazione, durante la miniplenaria a Bruxelles. I margini di approvazione sono stati piuttosto ampi per tutti i testi. L’unico che ha avuto un passaggio più stretto è stato quello riguardante la risposta alle situazioni di crisi e forza maggiore, approvato con 301 voti favorevoli, 272 contrari e 46 astenuti.

«Dopo quasi un decennio di stallo, il Parlamento ha adottato il patto, una vera rivoluzione delle leggi dell’UE sulla migrazione. È fatto. L’Europa gestirà le migrazioni in modo ordinato, seguendo le nostre condizioni», ha commentato il vicepresidente della Commissione, Margaritis Schinas, sui social media. Parole che sono state sottolineate anche dalla presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola: «Abbiamo fatto la storia, abbiamo creato un solido quadro legislativo per gestire la migrazione e l’asilo nell’UE. Sono passati più di dieci anni di lavoro, ma abbiamo mantenuto la nostra parola e trovato un equilibrio tra solidarietà e responsabilità. Questa è la via europea».

Una reazione completamente opposta è arrivata dalla Cei, con le dichiarazioni del presidente della Commissione che si occupa dei problemi dell’immigrazione e presidente della fondazione Migrantes, Gian Carlo Perego: «Questo Patto segna una deriva nella politica europea dell’asilo e il fallimento della solidarietà europea, che sembra infrangersi come le onde contro i barconi della speranza. Confidiamo – aggiunge Perego – che l’art. 10 della nostra Costituzione rimanga come un baluardo sicuro per tutelare i richiedenti asilo. Le prossime elezioni europee saranno un banco di prova importante per rigenerare l’Europa a partire dalle sue radici solidali e non piegarla a nazionalismi e populismi che rischiano di dimenticare la nostra comune storia europea».

Secondo l’esponente della Cei, il Patto europeo sui migranti richiedenti asilo e rifugiati approvato al Parlamento europeo a Bruxelles avrebbe dovuto portare modifiche alle regole di Dublino, favorire la protezione internazionale in Europa per persone in fuga da disastri ambientali, guerre, vittime di tratta e sfruttamento, e coloro schiacciati dalla miseria. Inoltre, avrebbe dovuto impegnare solidalmente tutti i Paesi membri dell’Unione europea nell’accoglienza, tornare alla protezione temporanea come è stato fatto con gli 8 milioni di migranti in fuga dall’Ucraina, e stabilire un monitoraggio condiviso tra società civili e istituzioni del mar Mediterraneo per salvare vite in mare.

Tuttavia, osserva l’esponente della Cei, l’Europa, mentre le tragedie nel Mediterraneo continuano, si è chiusa in sé stessa a maggioranza di voti, trascurando i drammi dei migranti in fuga. Ha sostituito la vera accoglienza con un pagamento in denaro e ha richiesto ancora di più ai Paesi di frontiera, come l’Italia: controlli più rapidi, rimpatri verso il primo Paese di sbarco per chi si sposta in Europa senza un titolo di protezione internazionale, e rimpatri facilitati in Paesi terzi non sicuri, chiudendo gli occhi sulle esternalizzazioni dei migranti. Inoltre, si è indebolita la tutela delle famiglie e dei minori. Questo, conclude, è il quadro che emerge dal Patto, che ha suscitato reazioni fortemente contrastanti all’interno dell’Europa e delle sue istituzioni.

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