Oggi lavoreranno oltre 5 milioni di italiani. I dati arrivano da un report della Cgia di Mestre che fa riferimento ai numeri Istat. Sono impegnati in ristoranti, alberghi, ma anche in ospedali, case di cura, nella comunicazione e nei trasporti, quindi non solo nel settore pubblico, ma anche in quello privato.
I numeri
Ma veniamo ai numeri , secondo i microdati Istat, il settore dove il numero dei lavoratori dipendenti occupati nei giorni di festa è il più alto riguarda gli alberghi/ristoranti con 785.000 unità. Seguono il comparto della sanità/case di cura con 774.500 addetti e il commercio/esercizi pubblici con 689.900 dipendenti. Il totale occupati di questi tre settori è pari a 2.250.000. Se rapportiamo questo importo ai 3.778.700 lavoratori dipendenti totali che secondo la Cgia lavorano nei giorni festivi, l’incidenza è del 60 per cento. E infine la quota di coloro che tra i lavoratori dipendenti è tenuto a lavorare anche la domenica sul totale dipendenti è pari al 20,4 per cento. La percentuale però sale al 70,2 nel settore degli alberghi/ristoranti, al 32 nel commercio/esercizi pubblici, al 25,7 nella Pubblica amministrazione.
In Puglia
In Puglia come in molti luoghi a vocazione turistica la percentuale è altissima: sono 230mila le persone che oggi e domani si recheranno a lavoro. La Puglia è al quinto posto tra le regioni italiane, arriva dopo la Lombardia (593mila), il Lazio (465mila persone), il Veneto (323mila), il Piemonte (283mila) e la Sicilia (255mila).
Sul totale dei dipendenti pugliesi (978mila) il 23 per cento non si gode le feste o comunque impiega il proprio tempo nella propria professione. Paradossalmente se il confronto si fa con i Paesi della Comunità Europea, scopriremo che l’Italia si posiziona nella parte bassa della classifica, tra chi lavora durante le feste.
L’Italia e l’Europa
In riferimento ai lavori dipendenti nel 2023 la media dell’Ue è del 27 per cento, mentre in Italia si attesta sul 20 per cento.
Chi sono?
La Cgia ha stilato l’elenco delle principali professioni che da sempre lavorano anche la domenica; pertanto, molti di loro oggi e, quasi tutti, il lunedì di Pasquetta, ed ecco l’esercito di addetti ai musei/cinema/teatri/mostre/stadi/concerti e spettacoli. Poi ci sono le professioni sanitarie, gli addetti al soccorso stradale, addetti alla gastronomia, alla sicurezza privata, addetti alle imprese funebri, agenti penitenziari, agricoltori, albergatori, allevatori di bestiame, ambulanti, animatori turistici, atleti professionisti, autisti, autonoleggiatori con conducente, autotrasportatori, barman, benzinai, camerieri, cassieri, carabinieri, casellanti, chef, colf e tanti altri.
Che cosa è cambiato
Rispetto al passato che cosa è cambiato? Ebbene di questi 5 milioni che lavorano in Italia, anche nei giorni di festa, 1,3 milioni sono lavoratori autonomi (il dato pugliese si attesta sulla percentuale nazionale e dunque su quel 23 %, un quinto è appunto sì al lavoro, ma per scelta, perché ha una attività). Questo accade negli ultimi dieci anni, a seguito della liberalizzazione degli orari di apertura e chiusura delle attività commerciali, introdotta dal governo Monti e più si va avanti più il numero aumenta costantemente, specie, come in Puglia, quando la Pasqua diventa l’inizio della bella stagione e dunque dell’inizio delle vacanze. Basti solo pensare al dato nazionale, il 25 per cento dei lavoratori autonomi alza la saracinesca anche a Pasqua e Pasquetta.